Thursday, November 20, 2008

LA PARETE ESTERNA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

L'ELEMENTO INNOVATIVO CHE CONSENTE ALTE PRESTAZIONI ENERGETICHE ALLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO RISIEDE NELLA PARETE ESTERNA E NELLA SUA PARTICOLARE COMPOSIZIONE.

Entriamo nel dettaglio per analizzare la stratigrafia del muro e i diversi materiali che lo compongono, aiutandoci con una interessante tipologia di parete di HAAS FERTIGBAU, la "Thermo-Protect Bio Aktiv", caratterizzata da ottimi valori di isolamento e dall'utilizzo di materiali biologici e traspiranti.
La struttura viene realizzata con un telaio costituito da montanti e traversi di 200 mm in legno massiccio di abete, che garantisce grande elasticità e portata (fino a 70 kg/m2).
Alcune ditte di case prefabbricate utilizzano legno lamellare o altre essenze come le latifoglie. Va tenuto conto che il legno di conifera, oltre ad essere oggetto di continua riforestazione, con un ciclo produttivo pienamente sostenibile, è naturalmente protetto dalla resina in esso contenuta.
Lo spazio vuoto viene occupato da pannelli isolanti in fibra di legno a due strati pressati di 200 mm. Questo materiale è traspirante, isolante, biologico e presenta una buona densità, che permette di difendere ottimamente dal calore estivo grazie alla sua capacità di sfasamento dell'onda termica. Le attuali normative in vigore obbligano alla verifica della massa della parete molte zone d'Italia, rendendo impossibile la realizzazioni con pareti leggere.
Questo è un aspetto che non va trascurato, in quanto molte ditte di case prefabbricate non rientrano negli standard previsti dalla legge. L'agente spesso è più interessato a portare a casa il contratto e difficilmente si addentrerà in questo territorio.
E' fondamentale conoscere l'elenco dei comuni soggetti a verifica della massa ai sensi del comma 9 del DLgs 311, prevista in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, sia maggiore o uguale a 290 W/m2. Tale elenco, suddiviso per province, è facilmente reperibile su internet.
La struttura interna della parete, telaio + isolante, dello spessore complessivo di 20 cm, è racchiuso a sandwich da un doppio tavolato il legno massiccio a 3 strati.
All'esterno troviamo un isolante a cappotto in lana minerale ignifugo dello spessore di 40 mm sul quale viene applicato l'intonaco di rifinitura lavorato a mano a diffusione aperta, con interposta rete aggrappante.
Esternamente la casa è virtualmente indistinguibile dalle abitazioni tradizionali, ed è possibile applicare un rivestimento per personalizzare a piacere l'aspetto architettonico delle facciate.
Internamente sul tavolato viene fissato il cartongesso in pannelli, che verrà successivamente stuccato e tinteggiato (è ovviamente possibile finire anche l'interno ad intonaco) dello spessore di 12,5 mm.
Tra il tavolato ed il cartongesso viene interposto un freno vapore in carta kraft, più traspirante della barriera al vapore che viene montata nella maggior parte dei casi.
Il tutto per complessivi 28,3 cm, con valore di U dichiarato di 0,18 W/m2K.
Ovviamente sul mercato troverete pareti assai diverse per composizione e spessore da questa.
In questa sede non si vuole e non si può fare raffronti tra l'una e l'altra soluzione.
Tenete presente comunque che la coibenza di un edificio in legno e il suo rendimento energetico sono inversamente proporzionali ai punti deboli che lo caratterizzano. Grande importanza andrà dunque data alla qualità dei serramenti, all'isolamento dei vetri, all'assenza di ponti termici, alla scelta di una pianta compatta e performante ed all'orientamento del fabbricato.
Non ha molto senso aumentare di molto lo spessore della parete o diminuirlo per contenere il costo. Un muro esterno da circa 30 cm rappresenta uno standard che garantirà un buon rapporto efficienza/prezzo alla nostra casa prefabbricata in legno.
La realizzazione prefabbricata, ovvero controllata in stabilimento, comprensiva del montaggio dei serramenti garantisce uniformità di isolamento senza discontinuità e imprecisioni di montaggio.
Per concludere, innovazione e tradizione, ricerca e cultura costruttiva locale si integrano perfettamente in questo che è l'elemento principale della tecnologia delle case prefabbricate in legno.

Monday, November 17, 2008

ACQUISTO DEL TERRENO E CONGIUNTURA ECONOMICA

LA CARENZA CRONICA DI TERRENI EDIFICABILI, DOVUTA ALL’ESAURIMENTO DEI PIANI REGOLATORI È UN PROBLEMA CHE COLPISCE VASTE AREE DEL PAESE, DA NORD A SUD. UN PICCOLO LOTTO INCIDE PESANTEMENTE SUL COSTO FINALE DELL’ABITAZIONE, SPESSO RENDENDO SCONVENIENTE L’INTERVENTO E COSTRINGENDO PURTROPPO A RIVOLGERSI AL MERCATO IMMOBILIARE ESISTENTE.

Tuttavia qualche timido segnale suggerisce di portare pazienza, poiché si potrebbe trattare di una situazione comunque momentanea destinata a schiarirsi.
Gli scenari futuri potrebbero mutare rapidamente, vediamo dunque perché attraverso qualche breve considerazione:

  1. Le turbolenze sui mercati azionari stanno costringendo le banche centrali, Europa compresa, ad abbassare il costo del denaro e di conseguenza, diminuendo i tassi interbancari, il settore dell’edilizia, oggi in evidente crisi, verrà stimolato dalla ripresa della domanda di acquisto.

  2. Altra conseguenza degli scenari finanziari è ovviamente la fuga dalle borse e lo spostamento di capitali verso i cosiddetti beni rifugio come il mattone.

  3. La crisi che sta colpendo il settore bancario in Italia costringe gli istituti di credito a recuperare liquidità verso le forti esposizioni, in particolare di società e imprese di costruzioni che hanno acquistato la gran parte dei terreni edificabili disponibili. La congiuntura negativa del settore immobiliare ha costretto i costruttori a sospendere i nuovi interventi per non rischiare di detenere un’alta quota di invenduto, in attesa di tempi migliori. E’ chiaro però che in questo momento dovranno necessariamente vendere molti lotti per abbassare il debito verso le banche.

  4. Moltissime amministrazioni comunali stanno per sbloccare nuove aree attraverso i PAT (Piani di Assetto del Territorio). Questa è una logica conseguenza dell’esaurimento dei piani regolatori che ha indiscriminatamente colpito gran parte del paese negli ultimissimi anni, ma anche del taglio di cassa da parte dei governi agli enti locali, che costringe i comuni a liberare nuove aree edificabili per finanziarsi.
    Sono ovviamente solo alcune semplici considerazioni, ma logica conseguenza della ripresa dell’offerta di terreni edificabili sarà inevitabilmente l’abbassamento dagli attuali livelli di prezzo a costi senz’altro più ragionevoli.

Realizzare un’abitazione singola rappresenta un impegno economico senz’altro non indifferente.
Le case prefabbricate in legno valgono il loro prezzo e rappresentano un oculato investimento che si ammortizzerà nel tempo rispetto ad un’abitazione ad alto consumo. Se la dinamica del settore immobiliare riprenderà ad offrire nuove opportunità anche per il settore dei terreni, questo incentiverà a realizzare con tecnologie non speculative per contenere i costi finali e potrà essere possibile l’impiego anche su larga scala di costruzioni in bioedilizia e ad alto rendimento energetico come le case prefabbricate.

Sunday, November 9, 2008

ECOINCENTIVI PER LE CASE PREFABBRICATE E RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

LA FINANZIARIA 2007 HA INTRODOTTO INTERESSANTI AGEVOLAZIONI FISCALI MIRATE A MIGLIORARE L’EFFICIENZA ENERGETICA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ESISTENTE, IL CUI SCOPO È ABBASSARE LE EMISSIONI IN ATMOSFERA DEI GAS SERRA, PRODOTTI IN GRAN PARTE DALLE ABITAZIONI. TALI ECOINCENTIVI PER LA CASA SONO STATI PROROGATI SINO AL 2010 CON L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 244/07 E PREVEDONO IL RECUPERO DEL 55% DELLA SPESA SOSTENUTA IN UN PERIODO DA 3 A 10 ANNI, CON DIVERSI CRITERI E TETTI MASSIMI A SECONDA DELL’OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE (MURI, FINESTRE, IMPIANTI).

I contributi per la riqualificazione energetica degli edifici si applicano solamente agli immobili esistenti, escludendo interventi di nuova costruzione, ampliamento o sopraelevazione.
L’argomento sembrerebbe non riguardare dunque le abitazioni in legno e le loro applicazioni, in quanto il loro impiego è previsto appunto per la realizzazione di fabbricati ex-novo.
In seguito a sentenze della suprema Corte di Cassazione e al loro consolidato recepimento per via legislativa, ad oggi la legge include nella definizione di “ristrutturazione” anche la “demolizione totale di un fabbricato e la sua fedele ricostruzione”, intendendo con ciò il mantenimento della sagoma edilizia.
Possiamo senz’altro affermare di essere in presenza di un vasto campo di intervento, peraltro poco noto anche agli addetti al settore e agli stessi proprietari di fabbricati potenzialmente riqualificabili mediante il proficuo utilizzo delle case prefabbricate in legno.
In questo caso specifico è infatti possibile accedere agli ecoincentivi relativamente agli elementi dell’involucro esterno (muri, tetto, finestre, porte esterne), che costituiscono una buona parte del costo dell’abitazione e che andranno scorporati dal totale dei costi sostenuti.
Si tratta di un’importante applicazione delle norme in vigore che consente di intervenire su vecchi fabbricati in alternativa alla semplice sostituzione degli infissi e della copertura o al montaggio di un isolamento a cappotto.
Nel caso di edifici fatiscenti o che necessitano di drastici interventi di ristrutturazione, con il mantenimento delle sole strutture verticali ed orizzontali, non sempre l’approccio conservativo risulta conveniente. In molti casi la demolizione appare la scelta più sensata e permette di ricostruire il fabbricato impiegando la prefabbricazione in legno, in alternativa alla ricostruzione in tradizionale, con evidenti vantaggi relativamente all’efficienza energetica, ai tempi e ai costi certi, all’utilizzo di materiali naturali, agli spessori di parete contenuti. Se consideriamo il recupero di buona parte della spesa, l’impiego delle case prefabbricate in legno in questo specifico contesto permette di fruire dei grandi benefici suddetti con un consistente risparmio economico.
Per chi fosse interessato, sul sito internet dell’ENEA è possibile approfondire nel dettaglio le modalità di accesso agli ecoincentivi per la casa (http://www.enea.it/).
In questa sede vorrei limitarmi a mettere in luce gli aspetti giurisprudenziali attraverso i quali il legislatore chiarisce esplicitamente l’inclusione dell’intervento di demolizione e ricostruzione nella categoria della ristrutturazione edilizia.
Il DPR 380/2001 (Testo unico dell'edilizia) ha già compreso nella categoria della ristrutturazione edilizia gli interventi di «demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma», assoggettandoli al regime della denuncia di inizio attività.
Con il Decreto del Presidente delle Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301, il Ministero delle infrastrutture e trasporti ricorda come nel tempo si è venuto a formare un consolidato indirizzo giurisprudenziale secondo cui nel concetto di ristrutturazione edilizia devono annoverarsi anche gli interventi consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato.
Detto orientamento della giurisprudenza è stato recepito nella formulazione del nuovo testo unico dell'edilizia, che all'art. 3 aveva stabilito testualmente: «Nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato identico, quanto a sagoma, volumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali a quello pree­sistente» con «ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quella esistente».
Consideriamo inoltre che non sempre la ristrutturazione presuppone l'intervento fotocopia (ovvero l’abbattimento e la ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma). Va, infatti, ritenuto legittimo l'intervento di ristrutturazione mediante abbattimento e ricostruzione di un nuovo fabbricato con caratteristiche diverse da quella preesistente qualora la normativa tecnica comunale permetta la «sostituzione dell’organismo con altro in parte o in tutto diverso dal precedente anche dal punto di vista del sedime».
E' difatti questo il principio enunciato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 2364/2006. La giurisprudenza amministrativa formatasi sull’applicazione dell’art. 31, comma 1, lett. d) della legge 5 agosto 1978 n. 457 ha costantemente affermato la legittimità di provvedimenti autorizzanti la demolizione di un edifico da ristrutturare e la sua fedele ricostruzione. In questo caso specifico la Corte afferma che tali limiti possono essere oltrepassati quando, come nella fattispecie, una specifica normativa di p.r.g. consente ambiti di intervento più incisivi di quelli concordemente ammessi dalla giurisprudenza.
Concludendo, è chiaramente necessario valutare caso per caso la possibilità di accedere ai benefici fiscali previsti dalla Legge Finanziaria. Tuttavia nella maggior parte dei casi sarà sicuramente possibile fruire degli ecoincentivi ricostruendo il vecchio edificio di legno attraverso la tecnica delle case prefabbricate.
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