Sunday, September 21, 2008

I PIONIERI E LE CASE PREFABBRICATE DEL FUTURO

Permettetemi una piccola digressione personale. Da poco più di un anno ho sostituito la mia vecchia macchina (dotata di un assetatissimo motore V6 a benzina) con un misterioso oggetto dagli occhi a mandorla dalla tecnologia “ibrida”. Non è questa la sede per fare pubblicità all’auto in questione, dunque niente marca e modello (non dovrebbe essere difficile capire di cosa sto parlando), ma in sintesi vi sono due motori, uno a benzina a ciclo Atkinson di bassa cilindrata, l’altro è elettrico ed ha una batteria che si ricarica sfruttando l’energia che andrebbe normalmente dissipata in calore durante la marcia del veicolo, nelle discese, nelle decelerazioni e nelle frenate. L’utilizzo combinato dei due motori, unitamente ad un coefficiente aerodinamico da record, consentono alla P… emissioni inquinanti e consumi irrisori (le mie medie effettive sono attorno a 4,5 l/100 km), con buone prestazioni e grande spazio a bordo, in barba ai turbodiesel di 5ª generazione e al caro benzina.
Cosa centra tutto ciò con le case prefabbricate? Ancora un attimo di pazienza. Tante persone vengono incuriosite da questa strana vettura e mi chiedono informazioni (fa sempre un certo effetto vedere una macchina muoversi a motore spento) ed ammetto di provare un certo orgoglio nel decantare i pregi della tecnologia “ibrida”.
Dopo qualche minuto, regolarmente, il mio interlocutore afferma sospirando: “Bella idea. In futuro le auto saranno così, ma adesso è ancora presto per i veicoli elettrici”. A questo punto io cerco di fargli notare che l’auto è li davanti ai suoi occhi, che questi maledetti giapponesi la costruiscono da oltre 10 anni (la prima serie è del 1997), che è l’auto ibrida più venduta al mondo, auto dell’anno 1995, ma oramai è del tutto inutile. Non è facile cercare di convincere chi vuole ascoltare solo i propri pregiudizi.
Perciò ho una profonda ammirazione per chi si sta addentrando in questo settore, sia egli tecnico che potenziale futuro proprietario di una casa in legno a risparmio energetico. In qualche modo siamo dei “pionieri” in un mondo ancora permeato di scetticismo e luoghi comuni, al cui potere è difficile resistere. Eppure le fiere del settore sono sempre più visitate, anche da un pubblico non specializzato, a dimostrazione di un interesse sempre maggiore nei confronti dell’edilizia sostenibile e del risparmio di energia. Ma quando si tratta della nostra abitazione siamo assaliti da dubbi e paure. Molti di voi passano mesi a raccogliere informazioni da una ditta all’altra, si fanno fare preventivi, visitano case campione. Spesso non se la sentono di fare il grande passo e, all’ultimo momento, ripiegano sulla casa tradizionale.
Il mio pensiero al riguardo penso sia più che chiaro. Molte persone (anche miei colleghi) quando sentono parlare di case prefabbricate sostengono che si tratta di soluzioni molto innovative, ma che “è ancora presto, magari in futuro…”. Si tratterebbe cioè di qualcosa di futuribile, sperimentale, non ancora concretamente realizzabile. Basterebbe rispondere che in Austria il 35% delle abitazioni unifamiliari è realizzato con la tecnica della prefabbricazione in legno. Il 35%! HAAS Fertigbau realizza 1.000 case all’anno in tutta Europa. E lo fa da 35 anni. Si tratta cioè di una tecnologia matura e collaudata, che in molti paesi, Stati Uniti compresi, fa oramai parte della cultura edilizia locale.
In Italia il legno ha sempre trovato applicazione in edilizia per la realizzazione di alcuni specifici elementi strutturali, fatta eccezione per il Trentino-Alto Adige, dove da sempre viene impiegato storicamente per la costruzione anche di interi edifici.
Parlare di cultura e tradizione ha però oggi poco senso dato che da troppi anni il nostro territorio è devastato dall’impiego invasivo del cemento armato.
Non ci resta che essere pionieri, magari andando a visitare qualche centro espositivo in Germania o parlare con chi abita da tempo in una casa prefabbricata e può aiutarci a comprendere i vantaggi di questo tipo di abitazioni attraverso l’esperienza pratica di tutti i giorni.

Friday, September 12, 2008

CALORE GRATIS PER LE CASE IN LEGNO, IL VANTAGGIO DI ESSERE “PASSIVI”

Le bollette energetiche costano sempre più. In particolare riscaldare le nostre abitazioni incide ogni anno di più sul bilancio familiare, con una tendenza destinata purtroppo a durare nel tempo.
Un buon isolamento termico limita le dispersioni del nostro edificio, così come un utilizzo accorto di impianti ad energie rinnovabili (pannelli solari, geotermia, stufe a legna o pellets) va ad integrare il consumo della caldaia, abbassando la spesa per il riscaldamento. Sappiamo che questi impianti hanno un costo spesso non indifferente, anche se rappresentano un ottimo investimento nel tempo.
Se abbiamo avuto occasione di visitare recentemente qualche fiera del settore, sappiamo che lo sviluppo di aziende che offrono soluzioni tecniche per il risparmio energetico degli edifici è straordinario. Ed ovviamente altrettanto importanti sono gli interessi economici ruotano attorno al settore. La crescita della quota di informazione che raggiunge la potenziale clientela è direttamente legata all’aumento dei capitali investiti, un aspetto che andrebbe attentamente considerato. Se esistessero dei sistemi per lo sfruttamento di energia naturale non utilizzabili commercialmente, nessuno verrebbe a raccontarlo proprio a noi e difficilmente ne verremmo in qualche modo a conoscenza.
I sistemi che sfruttano il calore del sole comunemente impiegati, ovvero i pannelli solari fotovoltaici e termici, usano l’energia per produrre elettricità e acqua calda in modo “attivo”, attuando una trasformazione. Tutti noi sappiamo che un’auto lasciata al sole si scalda in quanto i raggi del sole entrano all’interno dell’abitacolo, ma fuoriescono solo in parte a causa dell’effetto serra, andando ad aumentare la temperatura dell’aria. Ci rendiamo conto di questo effetto nelle nostre abitazioni durante la stagione estiva, quando diventa necessario ricorrere all’oscuramento e alla schermatura delle finestre per limitare l’apporto di calore all’interno del nostro alloggio.
Nei mesi invernali il sole può fornire una preziosa fonte di calore, proprio sfruttando con criterio il suo apporto di energia, progettando cioè il nostro edificio intenzionalmente come un dispositivo captante dei raggi solari, dimensionando correttamente le vetrate ed orientandolo secondo il percorso del sole. Senza arrivare agli eccessi delle case passive, è possibile sfruttare questa fonte diretta di energia (magari in combinazione con sistemi attivi, solari o basati su altre fonti rinnovabili) per limitare moltissimo il fabbisogno di calore del nostro edificio. Un accorto dimensionamento (magari in combinazione con vetri basso-emissivi, che limitano la dispersione di calore), può portare a risultati straordinari. Nessuna azienda o rivista del settore avrà ovviamente interesse a promuovere i sistemi passivi, poiché paradossalmente limitano la necessità di ricorrere ad impianti o soluzioni brevettate.
In passato le tecniche costruttive erano semplici e basate sulla tradizione e l’adattamento all’ambiente circostante, il che ha prodotto lo sviluppo di soluzioni diversissime da luogo a luogo. Se però confrontiamo varie tipologie abitative, notiamo che l’uomo nei secoli ha sempre trovato soluzioni e risposte al problema posti dalle condizioni climatiche, sia che si tratti di una tipica casa olandese o di una abitazione iraniana.
Dal dopoguerra in poi l’edilizia ha preferito uniformare tecniche e materiali da costruzione, privilegiando le scelte più veloci ed economiche, dimenticando le conoscenze ed il sapere della tradizione e ricorrendo in modo massiccio all’impiantistica per sopperire alle vistose carenze costruttive (chi ha avuto la disgrazia di abitare per qualche anno in un tipico condominio anni ’60, sa cosa intendo). Oggi le cose sono ovviamente cambiate, anche se tanti corti-borgo colorate simil-tradizionali sorte negli ultimi anni sono soprattutto operazioni di facciata…
Scusandomi per la divagazione (ma penso che qualche spunto di riflessione in più possa essere comunque gradito), vorrei tornare in tema accennando all’inconveniente che grandi vetrate a sud possono comportare nella stagione estiva. Ovviamente stiamo parlando di serramenti di ultima generazione, con vetri doppi isolanti a bassa trasmittanza. D’estate dobbiamo ricorrere necessariamente alla schermatura mediante dispositivi di protezione per evitare di trasformare la nostra abitazione in un forno. Un’ottima soluzione può essere un’accurata piantumazione di alberi a foglia caduca, studiata attentamente in funzione del benefico effetto dell’ombreggiatura delle fronde, mentre nella stagione invernale, con la caduta del fogliame potremo godere nuovamente appieno dell’apporto solare.
Oltre all’oscuramento mediante tapparelle o persiane, si possono installare sistemi frangisole, fissi o mobili, che permettono di far passare i raggi invernali, più bassi e di bloccare quelli estivi, più vicini allo zenit.
Lo stesso effetto si può ottenere con tettoie e pergolati (sempre a foglia caduca), che ci permettono oltretutto di creare degli spazi esterni piacevolmente fruibili e in grado, se ben calcolati, di schermare il calore dei raggi del sole nella stagione estiva, senza bloccarne l’accesso in quella invernale.

Wednesday, September 10, 2008

IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA

Ecco un aspetto invisibile delle abitazioni che distingue una casa di qualità da una poco sana e mal costruita.
Il parametro ambientale che ognuno di noi osserva anche più volte al giorno per valutare la qualità del clima del nostro alloggio è la temperatura dell’aria. Il nostro bel termometro a muro (anche digitale, per i più sofisticati) rileva con precisione le oscillazioni termiche fornendo supporto scientifico alla nostra delicata decisione di attivare o meno l’aria condizionata o alzare-abbassare la temperatura dei termosifoni.
Eppure spesso ci ammaliamo proprio all’interno delle nostre abitazioni a causa di correnti d’aria, umidità eccessiva, sbalzi di temperatura, aria troppo secca. E senza tener conto delle esalazioni tossiche provenienti da vernici e sostanze contenute nei materiali da costruzione (ma non è questa la sede in cui intendo trattare quest’ultimo aspetto).
Non serve essere laureati in fisica per sapere che la temperatura è solo un aspetto che costituisce la sensazione di benessere avvertita dal corpo. Sappiamo che umidità e velocità dell’aria influiscono moltissimo sulla percezione del calore e questo vale tanto per l’ambiente esterno, quanto per il microclima di casa nostra.
Non solo. Il nostro vecchio termometro rileva la temperatura in un punto preciso dello spazio ed è molto probabile che a poca distanza si possano trovare valori assai differenti. L’aria calda tende a salire verso l’alto; a maggior ragione in un alloggio su più piani (la classica casa a schiera) ci sorprenderemmo a fare letture diversissime tra un livello e l’altro. Eppure la maggior parte degli alloggi è dotato ancor oggi di un unico termostato (manuale od automatico, poco importa), con il risultato di un eccesso di calore in alcune zone e un deficit in altre. Mi permetto un piccolo suggerimento a basso costo, valido anche per la vostra attuale casa. Dotate ogni radiatore di una valvola termostatica. Si tratta in pratica di un dispositivo che, raggiunta la temperatura desiderata, isola il radiatore dall’impianto, con il risultato di migliorare l’uniformità del calore interno all’abitazione e facendovi risparmiare sull’utilizzo stesso della caldaia.
Oggi è di gran moda l’impianto di riscaldamento a pavimento. Nulla a che vedere con i vecchi impianti degli anni ’60 che, funzionando prevalentemente per conduzione (scaldando l’aria), facevano gonfiare le gambe con risultati dannosi a medio-lungo termine. Gli impianti moderni, a bassa temperatura (sotto i 30° C), operano quasi completamente per radiazione (il piacevole effetto di un tiepido sole nelle fredde giornate d’inverno). Il risultato è un clima sano ed uniforme, anche se non mancano gli aspetti da valutare correttamente. Un impianto a pavimento radiante in una casa male isolata ci darà sempre una sgradevole sensazione di freddo. Dal punto di vista economico i costi di gestione (oltre al maggior investimento iniziale) rischiano di essere maggiori nonostante le basse temperature, in quanto i classici radiatori possono entrare in funzione solo quando serve (gli apporti del sole in una casa ben orientata e vetrata sono notevoli e, con un buon isolamento, a volte sufficienti). Se lavoriamo fuori casa tutto il giorno, possiamo scientificamente programmare lo spegnimento e l’accensione della caldaia in base al nostro stile di vita. Un impianto a pavimento necessità poi di tempi lunghi per entrare a regime in quanto, oltre alla serpentina in cui scorre il fluido, deve attivarsi tutto il pacchetto del solaio (laterocemento, sottofondo, massetto e pavimento), la cui inerzia termica è molto alta. Con il risultato di avere la caldaia logicamente accesa notte e giorno.
D’altra parte chi possiede un impianto tradizionale a termosifoni sa bene che l’aria diviene piuttosto secca ed è sempre presente in casa molta polvere. In questo caso risulta difficile ottenere una buona uniformità delle temperature, in quanto le zone più lontane dai radiatori sono ovviamente più fredde rispetto a quelle nelle immediate vicinanze.
Con una casa male isolata sarà indispensabile ricorrere ad un utilizzo massiccio del riscaldamento (con la conseguenza sopra elencate), mentre una casa a risparmio energetico diverrà garanzia di un piacevole microclima interno perché gli stessi movimenti dell’aria saranno a circolazione naturale, limitari e non forzati dalla presenza di zone calde e zone fredde.

Estendendo questi criteri diviene persino banale affrontare il tema del raffrescamento estivo. I classici raffreddori, mal di gola, o peggio ancora bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche dovuti a correnti d’aria fredda e a repentini sbalzi termici sono all’ordine del giorno con un uso intensivo dell’aria condizionata, soprattutto durante le ore notturne o, peggio ancora, con il getto rivolto direttamente verso di noi. La casa poco isolata nelle giornate molto calde ne rende necessario il ricorso massiccio, così come una casa ben coibentata non ne richiederà l’utilizzo. I benefici, evidenti dal punto di vista economico, lo sono ancor di più sotto il profilo della salute e del benessere.
In passato le abitazioni erano realizzate con muri esterni di grande spessore, sia per motivi statici, ma anche e soprattutto per difendere da caldo e freddo. Il ricorso al cemento armato ha permesso di realizzare abitazioni dove le pareti esterne avessero solo la funzione di tamponamento, il che ha portato a perdere l’originale funzione di casa-organismo, in grado di adattarsi gradualmente ai cambiamenti climatici stagionali.
Una casa in legno ha il grande pregio di comportarsi termicamente in modo naturale; i materiali di cui è costituita non rilasciano sostanze nocive, non vengono generate correnti d’aria e l’involucro non necessita di grandi apporti impiantistici, ma di semplici scelte tecniche mirate ed intelligenti, soprattutto se basate sullo sfruttamento di energie rinnovabili.

Thursday, September 4, 2008

UNA PARETE CHE FA RISPARMIARE E GUADAGNARE SPAZIO

Vorrei accennare brevemente ad un argomento spesso sottovalutato da chi sta decidendo se realizzare la propria abitazione in muratura tradizionale o in prefabbricato.
Spesso il primo parametro che viene preso in considerazione è il prezzo al mq. Ovviamente si tratta di una raffronto necessario, a patto di paragonare con onestà abitazioni in qualche modo confrontabili tra loro.
Se ci avviciniamo al mondo delle case in legno prefabbricate è evidente che ricerchiamo un’abitazione che abbia determinate caratteristiche ecologiche e di coibenza termica, oltre ai tempi di costruzione veloci ed a costi certi. Dunque la casa in mattoni che prenderemo in considerazione dovrà essere realizzata con materiali di buona qualità da un’ottima impresa di costruzioni, con maestranze preparate in grado di evitare ponti termici, serramenti in grado di difenderci da caldo e freddo, un tetto magari ventilato con un pacchetto isolante adeguato e ovviamente un muro esterno “importante” a doppia parete di mattoni alveolari con isolamento interno (meglio se naturale) e cappotto esterno di adeguato spessore. In tutti gli altri casi stiamo confrontando le mele con le pere.
E poiché siamo persone informate, chiediamo alla nostra impresa di fiducia o al nostro tecnico di prepararci un capitolato per una abitazione che possa rientrare in una classe di certificazione energetica alta.
Molti di voi avranno sentito parlare di Casa Clima, che è l’ente di certificazione (con sede a Bolzano) più conosciuto in Italia. Senza entrare nei dettagli mi limito a dire che per rientrare in una classe B è necessario aumentare lo spessore del muro di conseguenza.
Per esempio, prendiamo una classica abitazione unifamiliare su due piani di 160 mq. di superficie lorda complessiva (cioè comprensiva dei muri - 80+80) e proviamo a comparare le due possibili alternative, supponendo ragionevolmente che il prezzo finale sia identico (1). La nostra impresa di costruzioni ci prospetta un muro da cm.50 di spessore (valore più che realistico), mentre HAAS Fertigbau ci propone una parete esterna ThermoProtect plus da cm.28,3.
A parità di costi, nel primo caso avrò una sensibile diminuzione della superficie utile, che per l’abitazione in questione corrisponde a mq.14 sui due piani. Ovvero la metratura di una camera matrimoniale, che andrà perduta dalla superficie di calpestio e pagata all’impresa. Ci troveremo con una casa di fatto più piccola e quella sezione di muro avrà un costo inutile che potrebbe tranquillamente superare € 20.000.
Ma non solo. Molto probabilmente cercheremo di sfruttare la cubatura del nostro lotto sino all’ultimo metro quadro consentito. Ecco che un muro di minor spessore ci permetterà di ricavare il massimo dello spazio, risparmiando anche sull’area del lotto, aspetto ancora più importante se la nostra casa sarà un monopiano.
Ma è possibile fare anche il ragionamento inverso (2). Mantenendo fissa la superficie utile, supponiamo di mq.70 per piano, nel primo caso (mattoni) avremmo una superficie lorda su due piani di mq.176, mentre nel secondo (legno) di mq.160. Ben mq.16 che dovremo sempre saldare alla nostra impresa di costruzioni e che HAAS Fertigbau non ci conteggerà.
Concludendo, invito a valutare con attenzione anche questi aspetti, quando stiamo per prendere una decisione così importante. Come penso sia evidente, il peso che si ripercuote sul costo finale è tutt’altro che trascurabile.
Feedage Grade B rated
Preview on Feedage: interior-design Add to My Yahoo! Add to Google! Add to AOL! Add to MSN
Subscribe in NewsGator Online Add to Netvibes Subscribe in Pakeflakes Subscribe in Bloglines Add to Alesti RSS Reader
Add to Feedage.com Groups Add to Windows Live iPing-it Add to Feedage RSS Alerts Add To Fwicki
My Ping in TotalPing.com
Ping your blog, website, or RSS feed for Free