LE PRIME FERTIGHAUS, PRESSOCHE’ IDENTICHE ALLE ABITAZIONI REALIZZATE OGGI, RISALGONO AI PRIMISSIMI ANNI ’70. DERIVANO DIRETTAMENTE DALLE COSTRUZIONI MEDIOEVALI A TELAIO CHE ANCORA OGGI POSSIAMO INCONTRARE IN MOLTE CITTA’ DEL NORD EUROPA, RICONOSCIBILI PER LA STRUTTURA IN LEGNO A VISTA VISIBILE IN FACCIATA.
Si tratta senz’altro di una tecnica costruttiva che può essere definita innovativa e moderna, ma che si basa su una consolidata tradizione edilizia, tipica di gran parte delle nazioni che sfruttano da sempre il legno per realizzare i propri edifici, come la Svezia o la Germania.
La cultura locale della carpenteria del legno, paragonabile per certi versi all’utilizzo millenario del laterizio nel bacino mediterraneo, ha fornito modelli costruttivi consolidati su cui innestare elementi di innovazione e le risposte necessarie alla richiesta di abbattere le dispersioni termiche ed ottimizzare l’isolamento degli edifici.
Gli antichi edifici che ancora oggi possiamo incontrare ad Amsterdam o Stoccolma, come a Copenhagen o nel Tirolo, ci evidenziano come questi edifici, leggeri ed elastici, abbiano retto perfettamente alla prova del tempo. A differenza delle costruzioni in legno a parete piena, le cosiddette “blockhaus”, questi edifici si basavano su un telaio portante in legno massiccio portante con traversi, pilastri e controventamenti dal disegno variabile da zona a zona e da periodo a periodo. I vuoti venivano riempiti da blocchi di laterizio o da materiale leggero ed isolante come la paglia impastata con argilla e finitura ad intonaco.
In questo specifico caso si può senz’altro evidenziare la vicinanza alle strutture odierne, in quanto il riempimento aveva funzione sia di chiusura verso l’esterno, ma doveva essere il più possibile leggero, per abbassare il peso complessivo dell’edificio ed isolante e per proteggere dal freddo i locali interni.
Si può inoltre notare che questo genere di strutture è tipico degli edifici alti dei centri storici delle città del nord Europa. In questi contesti urbani le abitazioni venivano realizzate negli stretti lotti gotici su molti piani fuori terra e si richiedeva alle strutture la massima leggerezza unitamente ad una grande elasticità e portata. Non è un caso che lo sviluppo degli edifici verticali negli Stati Uniti si sia basata per la realizzazione dei grattacieli sulle strutture a telaio in acciaio, non molto diversi per concezione dai palazzi in questione.
Questi edifici, come detto sono ottimamente isolati, poiché il legno per sua natura è un pessimo conduttore di calore e gli stessi tamponamenti leggeri permettono di migliorare ulteriormente la coibentazione degli edifici rispetto alla parete piena.
Si tratta di soluzioni tecniche estremamente sofisticate che non troviamo nella tradizione costruttiva italiana, se si eccettuano le zone alpine, in particolare dell’Alto Adige.
Come detto, a causa della grave crisi petrolifera, negli anni ’70 si è posto il problema di migliorare l’efficienza degli edifici soprattutto in quei paesi in cui il problema del riscaldamento appariva maggiore a causa del rigido clima invernale per molti mesi all’anno. In Italia le diverse condizioni climatiche hanno posto la questione in secondo piano rispetto ai trasporti ed ai settori produttivi, mentre in Svezia e Germania in particolare sono sorte le prime esperienze che hanno dato origine alle prime “fertighaus”. Al posto dei tamponamenti leggeri si sono utilizzati pannelli isolanti di grande spessore, chiudendo l’esterno con un ulteriore isolamento a cappotto intonacato e lasciando all’interno la struttura a telaio, per permettere la realizzazione di abitazioni esteticamente moderne ed adattabili ai diversi contesti urbani e minimizzare le manutenzioni esterne.
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