La tinteggiatura di un fabbricato può costituire comunque una questione da non sottovalutare, soprattutto se vogliamo ottenere un comportamento dell’involucro edilizio efficiente termicamente.
Intuitivamente i colori chiari assorbono poca radiazione solare, al contrario di quelli più scuri.
Un corpo bianco respinge le radiazioni di tutti i colori, mentre uno nero assorbe tutta la radiazione luminosa.
L’effetto pratico è che i colori scuri tendono a riscaldarsi maggiormente di quelli chiari in quanto assorbono l’energia del sole contenente calore.
Questo tipico comportamento dei colori fa parte dell’esperienza quotidiana e può essere riapplicato con profitto nella selezione del colore più appropriato rispetto alle specifiche condizioni climatiche del luogo.
Nella fascia mediterranea, in particolare nei paesi caratterizzati da clima caldo come la Grecia o nel Nord Africa, le abitazioni vengono tradizionalmente tinteggiate con colori chiari, in particolare il bianco.
Il bianco puro infatti riflette tutte le radiazioni luminose, respingendo l’energia e il calore di tutta la gamma cromatica. Le abitazioni bianche si mantengono più fresche, a parità di isolamento termico, di quelle tinteggiate in colori scuri, ma, ovviamente, sono meno in grado di assorbire passivamente l’energia del sole durante la stagione invernale.
Nelle case prefabbricate i colori scuri andrebbero evitati in ogni caso, affidando eventualmente alle vetrate rivolte a sud (opportunamente schermate durante l’estate) la funzione di captare l’energia solare nella stagione fredda. L’eventuale beneficio ottenibile durante i mesi freddi potrebbe costituire un problema serio durante l’estate, costringendo all’installazione di sistemi di condizionamento energivori, del tutto incoerenti con i principi ecologici delle case in legno.
Nell’esperienza delle case passive si fa spesso uso di colori scuri e non sono rare le abitazioni tinteggiate persino di colore nero. Si tratta chiaramente di casi limite in cui il raffrescamento passivo dell’edificio è comunque tenuto sotto controllo con sofisticati sistemi di ricircolo naturale come le cosiddette “torri del vento”. Tale approccio appare tuttavia poco indicato rispetto alle semplici abitazioni che vengono richieste normalmente dal cliente delle case prefabbricate in legno.
Nel nostro paese la sollecitazione termica del colore, intesa come l’azione degradante dell’irradiazione solare sull’intonaco dell’edificio non trova un preciso riferimento normativo. La scelta della tinta è per lo più un aspetto soggettivo, legato a semplici ragioni estetiche o, al massimo, di inserimento urbano e quasi mai riferita all’aspetto termico.
E’ possibile calcolare un preciso indice di riflessione per una superficie di facciata riferito al singolo colore, in una gamma che va dal bianco (valore 100, massima riflessione) al nero (valore 0, massimo assorbimento). I valori più alti, intuitivamente, si riferiscono ai colori chiari.
Senza entrare troppo nel dettaglio, è possibile rapportare la temperatura dell’aria esterna con la temperatura di colore della superficie dell’edificio, stabilendo quali colori risultano più appropriati in relazione alle specifiche condizioni climatiche ed alle caratteristiche della facciata.
Chiaramente al cliente delle case prefabbricate importa soprattutto capire quale gamma di tinte possa essere più indicata per la finitura della propria abitazione.
Si deve tenere conto che le case in legno sono presentano all’esterno quasi sempre uno strato di isolamento a cappotto finito ad intonaco con una granulometria di tipo medio-fine (2-3 mm), che tende per sua natura a limitare le riflessioni.
Il consiglio è certamente quello di evitare colori scuri e di indirizzare la scelta verso le tinte chiare naturali, anche nella scelta del colore esterno dei serramenti.
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