ESISTE UNO STILE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO E VI SONO LIMITI ALLA LIBERA PROGETTUALITA’?
Sto valutando l'idea di costruire la mia casa nella campagna Toscana con il metodo delle case prefabbricate, per poter eliminare spese, cemento e per una mia idea un po’ bio-green.
Per il discorso dell'umidità dal terreno sottostante, essendo anche in pendenza, mi hanno parlato di un vespaio, ma vedo che gli anglosassoni tendono sempre a rialzarle.
Quindi umidità, vorrei abolirti in gran parte dalla casa e dai miei piedi!!!
Visitando il suo sito ho visto alcune immagini interessanti, vorrei sapere se sono progetti realizzati e/o realizzabili.
Purtroppo il mio geometra mi ha detto che come architettura non potrò fare proprio come mi pare, ma dovrò seguire la linea delle case della zona (non so se me l'abbia detto per opportunismo o se in realtà sia proprio così).
E' così facile incontrare nella nostra Italia architetture che con l'ambiente circostante non hanno nulla a che spartire. Trattandosi poi della Maremma, lo stile non è più di tanto vario, oltretutto costruirei come imprenditore agricolo, con le necessarie strutture ed annessi vari, quindi non so se avrei dei vincoli in più.
Si tratta di un aspetto che affronto quotidianamente con i miei clienti.
Da un lato, vi è la giusta volontà del committente di ideare liberamente la propria abitazione, in un college di idee ed immagini che hanno regalato emozioni.
Dall’altro, l’obbligo del progetto di rispettare la normativa ed i regolamenti edilizi, che vincolano pesantemente il progetto, imponendo gran parte delle scelte compositive, volumetriche e formali.
Ed ancora, le case in legno sono una tecnica realizzativa che esige il rispetto delle proprie regole, soprattutto relativamente alla componente statica dell’edificio.
Un buon progetto per una casa in legno va pensato, sin dal principio, per essere eseguito con questo sistema costruttivo, evitando successive alterazioni ed adattamenti anche importanti, che possono snaturare fortemente l’insieme.
E’ dunque necessario trovare un punto di incontro tra le legittime aspirazioni del cliente, l’inserimento urbano dell’edificio e la sua natura costruttiva.
Come sempre si tratta di un lavoro che spetta al progettista, il cui ruolo non è semplicemente quello di ottenere i permessi edilizi e di eseguire meramente i nostri ordini. L’architetto deve “dare forma” a tutto questo, risolvendo i problemi ed agendo all’interno dei vincoli.
Deve sapere che le case prefabbricate non sono edifici in laterocemento e tenerne conto. Deve quindi conoscerle, comprenderle e spingere le proprie scelte progettuali in una direzione corretta.
Sembra banale, ma la maggior parte delle case prefabbricate realizzate in Italia sono basate su progetti con struttura in cemento armato e muratura in mattoni, adattati più o meno efficacemente.
Molte immagini a corredo degli articoli del blog sono realizzate in legno, ma non sono sempre possibili nella realtà urbanistica del nostro paese o poco adatte per ragioni climatiche (molte sono costruite negli USA).
Poche amministrazioni comunali approverebbero il progetto di un edificio realizzato in gran parte in vetro, con un tetto piano e magari rivestito in legno. Si tratta chiaramente di una questione complessa che non sempre viene digerita dal committente. Perché devo costruire un edificio anonimo o lontano dalle mie aspettative?
Il cliente ha molte ragioni, ma in molti casi questo principio ha portato ai disastri urbanistici del passato, forgiati dal libero arbitrio e dalla mancanza di regole certe da rispettare.
Le nostre città ne sono fortemente segnate e ci vorrà molto tempo per una sostituzione responsabile del patrimonio immobiliare esistente, con nuovi edifici basati su principi bioclimatici e bioedili.
Le case prefabbricate possono entrare a testa alta nel tessuto urbano e non richiedono compromessi particolari alla loro progettazione. Vanno però capite e rispettate.
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