LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SI DISTINGUONO PER LE LORO CARATTERISTICHE TECNICHE E L’ALTO LIVELLO DI ISOLAMENTO DA QUELLE TRADIZIONALI IN LATEROCEMENTO. TUTTAVIA NON SI DEVE DIMENTICARE IL FATTO CHE FONDAMENTALMENTE RESTIAMO DI FRONTE A DELLE SEMPLICI ABITAZIONI, CHE NON DEVONO PERDERE DI VISTA LE BASILARI REGOLE DELLA PROGETTAZIONE.
Il ruolo del tecnico, pur nella consapevolezza delle specifiche peculiarità del legno rispetto al mattone, nell’importanza di prevedere l’eliminazione dei ponti termici e di tenere conto dell’orientamento nel disegno degli spazi, resta quello di dare forma alle esigenze funzionali della propria committenza e di caratterizzare spazialmente, tipologicamente e formalmente l’abitazione.
Il rischio potrebbe essere quello di dare un peso eccessivo alle soluzioni tecniche, svilendo il ruolo dell’architettura e della sua capacità di rispondere efficacemente alle domande attraverso lo strumento progettuale. Capita così di imbattersi in edifici dotati di soluzioni innovative ed altamente efficaci dal punto di vista energetico, ma “asettici”, estranei al contesto urbanistico in cui vengono collocati (date un occhiata a molte riviste del settore). Un approccio meccanicistico che sovente delude anche nella disposizione interna degli ambienti e degli spazi, spesso vincolati a soluzioni distributive scomode e poco funzionali.
Nella maggior parte dei casi il cliente sceglie purtroppo di rivolgersi al settore delle case prefabbricate quando ha già ottenuto la concessione edilizia, in alternativa all’impresa tradizionale e spesso in disaccordo con il proprio stesso tecnico.
Il progetto in questo caso non tiene in alcun conto le basilari regole per ottimizzare il rendimento energetico dell’edificio, il cui adattamento al legno si rivela deludente sia per l’efficienza termica che per i costi spesso eccessivi da sostenere. I locali solitamente sono disposti con criteri casuali, ignorando gli apporti solari e l’orientamento dell’edificio. Sono purtroppo ancora molti i tecnici che posizionano volutamente grandi vetrate a nord (per aumentare l’illuminazione naturale) e poche finestre di piccole dimensioni a sud (per evitare il surriscaldamento estivo); con risultati ovviamente disastrosi dal punto di vista energetico.
Senza voler entrare nell’annosa diatriba geometri-ingegneri-architetti, in Italia vige ancora questa curiosa consuetudine di incaricare il geometra per la redazione di progetti edilizi, spesso per motivi puramente economici o di amicizia-parentela. La semplice adozione della prefabbricazione in legno non è ovviamente garanzia di realizzare una buona abitazione e un approccio sbagliato al progetto può abbassare di molto le prestazioni della nostra casa.
Chi legge gli articoli di questo blog potrebbe pensare che il sottoscritto abbia preso di mira i tecnici e le imprese tradizionali. Al contrario, ho molta stima sulle potenzialità di queste categorie, che in molti casi aggiornano costantemente la propria operatività nel segno dell’innovazione tecnica.
In qualche caso però geometri ed architetti sono fermi agli anni ’80 nella loro formazione e le imprese hanno un livello qualitativo da terzo mondo.
Il cliente dovrebbe valutare con attenzione la scelta degli uni e degli altri non solo in base ai costi o al prezioso consiglio della propria ristretta cerchia di conoscenze, ma pretendendo alte garanzie ad un giusto prezzo.
Siamo disposti ad acquistare un auto o un elettrodomestico con la tecnologia di 30 anni fa? Il settore dell’edilizia ha l’obbligo di aggiornare da subito le proprie competenze, soprattutto di fronte ad un patrimonio immobiliare realizzato negli ultimi anni nato già vecchio e drammaticamente energivoro. Tutti i soggetti coinvolti hanno gravi responsabilità nell’utilizzo indiscriminato delle risorse territoriali del nostro paese, tecnici compresi.
Acquistare un piccolo lotto di terreno ad un prezzo accettabile è una triste utopia e penalizza paradossalmente proprio chi si ribella alle logiche immobiliari speculative del recente passato per realizzare nel rispetto dell’ecologia e del basso consumo.Costruire in bioedilizia però non costa più dell’edilizia “non ecologica”, così come un progetto di un bioarchitetto esperto nel risparmio energetico è pressoché comparabile economicamente a quello di un qualsiasi tecnico. Perché dunque trascurare questo aspetto? Per pretendere il massimo dalla nostra abitazione è assolutamente necessario che la programmazione della nostra abitazione sia coerente con i nostri obiettivi finali.
No comments:
Post a Comment