IL TETTO È SICURAMENTE UNO DEGLI ELEMENTI PIÙ IMPORTANTI NELLA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO, SIA CHE SI TRATTI DI NUOVE COSTRUZIONI CHE DI RISTRUTTURAZIONI.
PERSEGUIRE IL RISPARMIO ENERGETICO E LE MIGLIORI CONDIZIONI DI BENESSERE INVESTE DI GRANDI RESPONSABILITA’ IL PACCHETTO DI COPERTURA.
Le problematiche da affrontare per i tetti delle case prefabbricate sono molteplici e spesso contrastanti a seconda delle differenti condizioni climatiche stagionali e dell’ubicazione dell’edificio. I tetti della fascia montana o dei paesi del nord Europa presentano caratteristiche assai diverse da quelli realizzati nelle zone mediterranee o nelle pianure.
La progettazione deve tenere conto delle condizioni climatiche prevalenti, della persistente presenza di umidità o se la zona è soggetta ad abbondanti nevicate.
Le possibili soluzioni tecniche da adottare si concentrano sull’utilizzo di differenti modalità di assemblaggio tra materiali strutturali ed isolanti.
Il tetto delle case prefabbricate deve innanzitutto essere affrontato come una partizione esterna, analogamente alle pareti e, pertanto, va adeguatamente isolato.
In tutti i casi alti spessori di isolante consentono di abbassare le dispersioni termiche ed è possibile il miglioramento delle ore di sfasamento dell’onda di calore estiva con l’adozione di materiali ad alta densità come la fibra di legno al posto della lana di roccia.
In Italia negli ultimi anni vengono molto utilizzati i cosiddetti tetti ventilati.
Il tetto ventilato (o traspirante) è senz’altro uno dei sistemi costruttivi più diffusi, offrendo notevoli vantaggi per il benessere delle nostre abitazioni, la durata delle strutture di copertura, limitandone le manutenzioni e garantendo un interessante risparmio energetico.
Lo strato di ventilazione viene realizzato nei tetti a falde inclinate distaccando il manto di copertura in tegole o coppi dallo strato isolante sottostante e dalla struttura.
La presenza di una vera e propria camera di ventilazione permette di ottenere una circolazione d’aria costante, utile per migliorare le qualità termiche dei sottotetti, rendendoli ambienti confortevoli, in particolare nella stagione estiva.
L’aria fresca proveniente dall’ambiente esterno viene convogliata dalla linea di gronda e riscaldata nell’intercapedine per effetto dell’irraggiamento, divenendo più leggera e, fuoriuscendo rapidamente dal colmo, sottraendo calore dall’interno e riducendo il flusso del calore entrante (il cosiddetto “effetto camino”).
Durante la stagione fredda, la circolazione dell’aria, pur meno intensa, consentirà di mantenere asciutto il materiale isolante, evitando fenomeni di condensa e la formazione di muffe, migliorando la durata nel tempo degli elementi costruttivi del tetto.
Le qualità del tetto ventilato vengono valorizzate quando la copertura è realizzata su struttura portante lignea, poiché il legno è un materiale naturalmente traspirante che aiuta a stabilizzare il tasso di umidità interna in modo “passivo”.
L’adozione contemporanea di un isolante di minimo spessore tende a limitare però l’efficacia di questa tecnica costruttiva che non va mai considerata un’alternativa al pacchetto di coibentazione. Al contrario un’attenta progettazione deve prevedere una composizione di adeguato spessore per elevare l’efficienza complessiva della copertura nelle diverse condizioni climatiche, in particolare in quelle zone caratterizzate da elevate escursioni termiche stagionali come le regioni del nord Italia.
Sul mercato delle case prefabbricate in legno sono reperibili varie soluzioni tecniche. Non tutte le ditte si affidano al tetto ventilato, puntando maggiormente sulle caratteristiche dell’isolante stesso. Viceversa il sottodimensionamento dell’isolamento dei tetti ventilati ne limita l’efficienza durante la stagione invernale, così come l’adozione di materiali leggeri come le lane minerali può implicare un comportamento non corretto in presenza di alte temperature esterne.
Come sempre il ruolo del progettista diviene importante nella scelta della tecnica costruttiva più adeguata, oltre che della stessa ditta costruttrice di case prefabbricate.
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Tuesday, April 21, 2009
Wednesday, April 8, 2009
CASE PREFABBRICATE IN LEGNO ANTISISMICHE
I RECENTI TRAGICI AVVENIMENTI DELL’ABRUZZO PONGONO CON FORZA IL TEMA DELLA FRAGILITA’ DEL TESSUTO URBANO DEL NOSTRO TERRITORIO DI FRONTE AD EVENTI SISMICI RILEVANTI.
Abbiamo sentito ripetere più volte che terremoti come quello che ha devastato l’acquilano, pur presentandosi con estrema frequenza in California o Giappone, difficilmente causano qualche ferito, provocando minimi danni agli edifici.
Le nostre città sono caratterizzate da una compresenza di edifici storici pre-novecenteschi, mediamente in uno stato manutentivo carente e di un’alta percentuale fabbricati post-bellici, realizzati in economia senza alcun criterio antisismico, con materiali spesso scadenti.
Il cemento armato con cui vengono costruite in genere le strutture degli edifici è un materiale inevitabilmente soggetto a degrado nel tempo, tanto più repentino se non vengono seguiti opportuni accorgimenti ed effettuate regolari manutenzioni. Il cemento, inizialmente elastico, con il tempo diviene fragile e le barre di acciaio soggette all’attacco della ruggine perdono drasticamente la propria capacità portante.
Oggi in Italia vige l’obbligo di progettare gli edifici con criteri antisismici severi, ma sino al 1962 non esisteva alcuna legge in materia, neppure per le zone a maggior rischio di terremoto.
Banalmente, una struttura antisismica viene calcolata per resistere sia ai convenzionali carichi statici, che alle forze che vengono generate durante i terremoti, di tipo dinamico, in particolare di “trazione”. Assolutamente basilare è il ruolo delle fondazioni che devono permettere di “ammortizzare” le sollecitazioni, disperdendole nel terreno, come se il fabbricato fosse adagiato su di una “zattera”.
Intuitivamente un edificio antisismico si deve “deformare” durante un terremoto, con effetti del tutto “reversibili”, così come è evidente che una struttura rigida corre il rischio di danneggiarsi gravemente, sino ad arrivare al crollo vero e proprio.
Le grandi strutture in Giappone vengono costruite in cemento armato opportunamente calcolato per resistere a sismi di intensità distruttiva, ma la stragrande maggioranza delle abitazioni è realizzata interamente in legno. Si tratta di edifici per loro natura estremamente elastici, in grado di deformarsi sotto l’azione di terremoti anche devastanti senza subire danni.
Il legno è un materiale ugualmente resistente a trazione e compressione (al contrario del laterizio o del cemento che soffrono le forze di trazione), prestandosi ottimamente all’impiego in zone ad accentuato rischio sismico, soprattutto impiegato per edifici a destinazione abitativa.
Pensiamo alle notevoli capacità portanti delle grandi strutture in legno lamellare che vengono impiegate oramai in molti edifici ove sia necessario coprire grandi spazi senza pilastri, come impianti sportivi o per lo spettacolo.
Le case prefabbricate in legno, sia a telaio che a parete piena, soddisfano in pieno la normativa antisismica e rappresentano più di un’alternativa costruttiva, anche pensando alla futura ricostruzione in Abruzzo. Va sottolineato piuttosto l’importanza delle strutture di fondazione in cemento armato che vanno chiaramente calcolate con i dovuti criteri da un bravo ingegnere ed eseguite con scrupolo dall’impresa.
Per comprendere sino in fondo le capacità di resistenza del legno di fronte al terremoto, consiglio la breve visione di questo video che testimonia il test antisismico a cui è stata sottoposta una struttura in legno realizzata per il progetto "Sofie" dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa) di San Michele all'Adige in provincia di Trento.
Alla fine del 2007 l'Istituto nazionale di ricerca sulla prevenzione disastri (Nied) di Miki (Giappone) l'ha sottoposto, con successo, alla simulazione del terremoto di Kobe (magnitudo 7,2 sulla scala Richter), che nel 1995 provocò la morte di oltre seimila persone.
Se consideriamo la notevole altezza del prototipo e che si tratta di una struttura interamente di legno possiamo capire sino in fondo le potenzialità di questo materiale. La tecnica costruttiva qui impiegata consiste nell'utilizzo di pannelli lamellari di legno massiccio di spessore variabile dai 5 ai 30 centimetri incollati a strati incrociati.
Abbiamo sentito ripetere più volte che terremoti come quello che ha devastato l’acquilano, pur presentandosi con estrema frequenza in California o Giappone, difficilmente causano qualche ferito, provocando minimi danni agli edifici.
Le nostre città sono caratterizzate da una compresenza di edifici storici pre-novecenteschi, mediamente in uno stato manutentivo carente e di un’alta percentuale fabbricati post-bellici, realizzati in economia senza alcun criterio antisismico, con materiali spesso scadenti.
Il cemento armato con cui vengono costruite in genere le strutture degli edifici è un materiale inevitabilmente soggetto a degrado nel tempo, tanto più repentino se non vengono seguiti opportuni accorgimenti ed effettuate regolari manutenzioni. Il cemento, inizialmente elastico, con il tempo diviene fragile e le barre di acciaio soggette all’attacco della ruggine perdono drasticamente la propria capacità portante.
Oggi in Italia vige l’obbligo di progettare gli edifici con criteri antisismici severi, ma sino al 1962 non esisteva alcuna legge in materia, neppure per le zone a maggior rischio di terremoto.
Banalmente, una struttura antisismica viene calcolata per resistere sia ai convenzionali carichi statici, che alle forze che vengono generate durante i terremoti, di tipo dinamico, in particolare di “trazione”. Assolutamente basilare è il ruolo delle fondazioni che devono permettere di “ammortizzare” le sollecitazioni, disperdendole nel terreno, come se il fabbricato fosse adagiato su di una “zattera”.
Intuitivamente un edificio antisismico si deve “deformare” durante un terremoto, con effetti del tutto “reversibili”, così come è evidente che una struttura rigida corre il rischio di danneggiarsi gravemente, sino ad arrivare al crollo vero e proprio.
Le grandi strutture in Giappone vengono costruite in cemento armato opportunamente calcolato per resistere a sismi di intensità distruttiva, ma la stragrande maggioranza delle abitazioni è realizzata interamente in legno. Si tratta di edifici per loro natura estremamente elastici, in grado di deformarsi sotto l’azione di terremoti anche devastanti senza subire danni.
Il legno è un materiale ugualmente resistente a trazione e compressione (al contrario del laterizio o del cemento che soffrono le forze di trazione), prestandosi ottimamente all’impiego in zone ad accentuato rischio sismico, soprattutto impiegato per edifici a destinazione abitativa.
Pensiamo alle notevoli capacità portanti delle grandi strutture in legno lamellare che vengono impiegate oramai in molti edifici ove sia necessario coprire grandi spazi senza pilastri, come impianti sportivi o per lo spettacolo.
Le case prefabbricate in legno, sia a telaio che a parete piena, soddisfano in pieno la normativa antisismica e rappresentano più di un’alternativa costruttiva, anche pensando alla futura ricostruzione in Abruzzo. Va sottolineato piuttosto l’importanza delle strutture di fondazione in cemento armato che vanno chiaramente calcolate con i dovuti criteri da un bravo ingegnere ed eseguite con scrupolo dall’impresa.
Per comprendere sino in fondo le capacità di resistenza del legno di fronte al terremoto, consiglio la breve visione di questo video che testimonia il test antisismico a cui è stata sottoposta una struttura in legno realizzata per il progetto "Sofie" dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa) di San Michele all'Adige in provincia di Trento.
Alla fine del 2007 l'Istituto nazionale di ricerca sulla prevenzione disastri (Nied) di Miki (Giappone) l'ha sottoposto, con successo, alla simulazione del terremoto di Kobe (magnitudo 7,2 sulla scala Richter), che nel 1995 provocò la morte di oltre seimila persone.
Se consideriamo la notevole altezza del prototipo e che si tratta di una struttura interamente di legno possiamo capire sino in fondo le potenzialità di questo materiale. La tecnica costruttiva qui impiegata consiste nell'utilizzo di pannelli lamellari di legno massiccio di spessore variabile dai 5 ai 30 centimetri incollati a strati incrociati.
Tuesday, April 7, 2009
IL PIANO CASA E LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
CERCHIAMO DI CAPIRE QUALI POTREBBERO ESSERE I BENEFICI NEL COSTRUIRE UN’ABITAZIONE IN LEGNO IN PREVISIONE DELL’ENTRATA IN VIGORE DEL PIANO CASA DEL GOVERNO ATTRAVERSO I DECRETI DELLE SINGOLE REGIONI.
Innanzitutto va definito l’ambito applicativo, che riguarda principalmente gli edifici esistenti a destinazione residenziale mono e bifamiliari, comprese le case a schiera, esclusi gli edifici vincolati, in particolare nei centri storici. Il piano casa mira a stimolare l’edilizia abitativa consentendo ampliamenti dei fabbricati sino al 20%, estendibile al 35% in caso di comprovato utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia mirate al risparmio energetico, nel caso di completa demolizione e ricostruzione.
Appare evidente che non è possibile godere dei benefici del piano casa per la semplice nuova costruzione di un edificio su un appezzamento di terreno. In questo caso si dovrà tenere conto come sempre degli indici e del regolamento edilizio in vigore, senza possibilità di vedere esteso l’aumento di volumetria alla propria abitazione.
In tutti gli altri ambiti, come gli ampliamenti, le sopraelevazioni o, meglio ancora, le demolizioni e ricostruzioni ex-novo di fabbricati esistenti, i vantaggi di utilizzare le case prefabbricate in legno sono molteplici.
Nel caso di sopraelevazione dell’edificio su un fabbricato esistente, i pesi ridotti del legno darebbero la garanzia di non gravare eccessivamente sulle fondazioni rispetto alla realizzazione in muratura e tuttavia si deve considerare che le ditte del settore spesso limitano la fornitura di abitazioni ad una superficie minima di 50-60 mq. L’aggravio dei costi fissi rende poco conveniente l’acquisto di piccole porzioni di edificio, delimitando questo potenziale campo applicativo a poche specifiche situazioni.
Se abbiamo a disposizione del volume residuo esistente, sinora insufficiente ad ampliarci, o è stato raggiunto il limite massimo di altezza in gronda, il piano casa dovrebbe ci permetterà la sopraelevazione dell’edificio, avvalendoci di un bonus volumetrico del 20%.
La leggerezza delle strutture in legno in questo caso non è l’unico vantaggio evidente. Il veloce montaggio a secco della struttura permette di limitare l’impatto del cantiere sull’abitazione esistente (polveri, rumori, tempi lunghi), permettendo agli occupanti di evitare un lungo trasloco in attesa della fine dei lavori e persino di proseguire con le proprie attività quotidiane.
Lo stesso ragionamento può essere ovviamente applicato nel caso di ampliamenti laterali.
Ben più allettante appare la possibilità di accedere ad un incremento volumetrico del 35%.
In questo caso le indicazioni date alle regioni dal governo incentivano il ricorso alle tecniche costruttive in bioedilizia e l’ottenimento di un significativo risparmio energetico. Le case prefabbricate in legno potrebbero essere lo strumento ideale al raggiungimento delle massime prestazioni con evidente semplicità, grazie alle loro intrinseche qualità costruttive.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la proposta di alleggerire gli oneri di urbanizzazione e il costo di costruzione dovuti all’amministrazione comunale in presenza di comprovato ricorso alla bioedilizia e di miglioramento dell’isolamento dell’edificio rispetto al fabbricato esistente.
Anche in questo caso di deve tenere presente i vantaggi di una costruzione veloce e dei tempi certi di realizzazione. Se la casa in questione è la nostra abitazione, si dovrà necessariamente programmare un trasloco e il conseguente reperimento di un alloggio temporaneo in affitto. Un cantiere tradizionale spesso è difficilmente programmabile e comunque prevede necessariamente tempi lunghi per concludere i lavori. Un motivo in più per dare un taglio alla durata della nostra costruzione.
Concludendo, sembra evidente che l’entrata in vigore del piano casa possa offrire evidenti vantaggi a chi intende fare ricorso alle case di legno per intervenire sul vecchio edificio, tanto in sopraelevazione – ampliamento, quanto, e soprattutto, in presenza di demolizione e ricostruzione.
Innanzitutto va definito l’ambito applicativo, che riguarda principalmente gli edifici esistenti a destinazione residenziale mono e bifamiliari, comprese le case a schiera, esclusi gli edifici vincolati, in particolare nei centri storici. Il piano casa mira a stimolare l’edilizia abitativa consentendo ampliamenti dei fabbricati sino al 20%, estendibile al 35% in caso di comprovato utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia mirate al risparmio energetico, nel caso di completa demolizione e ricostruzione.
Appare evidente che non è possibile godere dei benefici del piano casa per la semplice nuova costruzione di un edificio su un appezzamento di terreno. In questo caso si dovrà tenere conto come sempre degli indici e del regolamento edilizio in vigore, senza possibilità di vedere esteso l’aumento di volumetria alla propria abitazione.
In tutti gli altri ambiti, come gli ampliamenti, le sopraelevazioni o, meglio ancora, le demolizioni e ricostruzioni ex-novo di fabbricati esistenti, i vantaggi di utilizzare le case prefabbricate in legno sono molteplici.
Nel caso di sopraelevazione dell’edificio su un fabbricato esistente, i pesi ridotti del legno darebbero la garanzia di non gravare eccessivamente sulle fondazioni rispetto alla realizzazione in muratura e tuttavia si deve considerare che le ditte del settore spesso limitano la fornitura di abitazioni ad una superficie minima di 50-60 mq. L’aggravio dei costi fissi rende poco conveniente l’acquisto di piccole porzioni di edificio, delimitando questo potenziale campo applicativo a poche specifiche situazioni.
Se abbiamo a disposizione del volume residuo esistente, sinora insufficiente ad ampliarci, o è stato raggiunto il limite massimo di altezza in gronda, il piano casa dovrebbe ci permetterà la sopraelevazione dell’edificio, avvalendoci di un bonus volumetrico del 20%.
La leggerezza delle strutture in legno in questo caso non è l’unico vantaggio evidente. Il veloce montaggio a secco della struttura permette di limitare l’impatto del cantiere sull’abitazione esistente (polveri, rumori, tempi lunghi), permettendo agli occupanti di evitare un lungo trasloco in attesa della fine dei lavori e persino di proseguire con le proprie attività quotidiane.
Lo stesso ragionamento può essere ovviamente applicato nel caso di ampliamenti laterali.
Ben più allettante appare la possibilità di accedere ad un incremento volumetrico del 35%.
In questo caso le indicazioni date alle regioni dal governo incentivano il ricorso alle tecniche costruttive in bioedilizia e l’ottenimento di un significativo risparmio energetico. Le case prefabbricate in legno potrebbero essere lo strumento ideale al raggiungimento delle massime prestazioni con evidente semplicità, grazie alle loro intrinseche qualità costruttive.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la proposta di alleggerire gli oneri di urbanizzazione e il costo di costruzione dovuti all’amministrazione comunale in presenza di comprovato ricorso alla bioedilizia e di miglioramento dell’isolamento dell’edificio rispetto al fabbricato esistente.
Anche in questo caso di deve tenere presente i vantaggi di una costruzione veloce e dei tempi certi di realizzazione. Se la casa in questione è la nostra abitazione, si dovrà necessariamente programmare un trasloco e il conseguente reperimento di un alloggio temporaneo in affitto. Un cantiere tradizionale spesso è difficilmente programmabile e comunque prevede necessariamente tempi lunghi per concludere i lavori. Un motivo in più per dare un taglio alla durata della nostra costruzione.
Concludendo, sembra evidente che l’entrata in vigore del piano casa possa offrire evidenti vantaggi a chi intende fare ricorso alle case di legno per intervenire sul vecchio edificio, tanto in sopraelevazione – ampliamento, quanto, e soprattutto, in presenza di demolizione e ricostruzione.
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