home decor,home decorators,home decor stores,home decorators coupon,home decorating ideas,home decorating blogs,home decor catalogs,home decorating magazines,home decor fabric,home decorators outlet,home decor liquidators
Monday, March 30, 2009
LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO E IL RUOLO DELL’IMPRESA
Le fondazioni della nostra casa in legno, anche evitando il classico piano scantinato, dovranno essere realizzate prima del montaggio dell’abitazione e andranno eseguite da un’impresa di costruzioni che potrà essere di nostra fiducia (o del tecnico) o segnalata direttamente dall’azienda che ci fornirà la struttura.
In ogni caso si deve tenere in debito conto il costo supplementare dovuto all’opera di fondazione, soprattutto se decidessimo di sfruttare un eventuale piano interrato per ricavare locali di servizio all’abitazione o le autorimesse. Per quanto si possa trattare di lavori limitati, il solo fatto di affidarci ad una ditta di costruzioni comporterà una spesa non trascurabile, a causa degli inevitabili costi fissi che il cantiere comporta per l’allestimento e la sicurezza.
Il progetto esecutivo dei cementi armati viene solitamente prodotto dalla ditta costruttrice della casa in legno, limitando il compito dell’ingegnere al deposito dei calcoli presso gli uffici di competenza del genio civile. Un’agevolazione che non ci permette di rinunciare all’incarico di uno strutturista, ma dovrebbe almeno garantire l’applicazione di una parcella ridotta.
Va invece sottolineata l’importanza di un’accurata esecuzione della platea o del solaio dello scantinato, in quanto il montaggio dell’abitazione a secco richiede che la parte sottostante venga realizzata con un minimo dislivello tra un punto e l’altro del piano di appoggio. Le case in legno, a differenza di quelle tradizionali, arrivano in cantiere con le pareti già predisposte e non presentano tolleranze di sorta. Una parete in mattoni, a prescindere dalla sua composizione, viene realizzata in opera e le eventuali pendenze vengono compensate da conci di malta di spessore variabile. A tale proposito le case prefabbricate, prima di essere realizzate in stabilimento, prevedono un rilievo strumentale millimetrico della platea eseguita con la verifica delle quote del piano di appoggio. Nella costruzione delle pareti si terrà adeguatamente conto degli inevitabili dislivelli, adattando perfettamente la costruzione alla porzione già eseguita. Va perciò considerato che non è possibile realizzare in fabbrica la casa in legno contemporaneamente alla platea o lo scantinato, poiché si deve attendere la misurazione puntuale di quanto eseguito dall’impresa.
E’ comprensibile a questo punto l’importanza di una realizzazione a regola d’arte della base dell’edificio. La scelta dell’impresa, per quanto i lavori di costruzione siano molto limitati, è un momento fondamentale per la buona riuscita complessiva dell’abitazione. Sarà inoltre essenziale porre una barriera antiumidità per impedire le risalite lungo le pareti nella zona di appoggio alla platea di fondazione in cemento armato.
E’ infine possibile che la nostra impresa sia in grado di offrirci interessanti condizioni economiche per rifinire gli interni. Spesso alcune lavorazioni finali comprese nel “chiavi in mano” come la fornitura ed il montaggio di pavimenti e rivestimenti, sanitari dei bagni, porte interne, stuccature e tinteggiature dei cartongessi, possono pesare parecchio sul prezzo finale.
Consiglio di includere sempre l’esecuzione degli impianti sino ai massetti, ma in effetti il completamento in proprio dell’abitazione permette nella maggior parte dei casi di risparmiare fino al 20% sull’acquisto e la posa dei materiali di finitura.
Una casa completa resta la soluzione più comoda, ma alleggerire il proprio mutuo di 10-15.000 € spesso implica una rata mensile meno gravosa per molti anni. Anche per questo la selezione di un’impresa di costruzioni seria ed onesta diverrà fondamentale.
Wednesday, March 25, 2009
UN APPROCCIO “ETICO” ALLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
Si tratta di ottimi argomenti, stimolanti e persuasivi nei confronti del cliente, spesso indeciso se rinunciare alle rassicuranti certezze delle costruzioni tradizionali in cambio di vantaggi energetici spinti (e certificati).
Quando si realizza un’abitazione, non solo in legno, gli attori in campo sono parecchi e con interessi diversi.
Il committente punta al miglior rapporto qualità-prezzo possibile, non è disposto ad arretrare sulle finiture, ma comincia a valutare positivamente un sacrificio per il risparmio energetico (soprattutto sull’acquisto di un’impiantistica basata sull’impiego di fonti rinnovabili come il solare o la geotermia, ma anche per migliorare l’efficienza dell’involucro).
Il tecnico incaricato, geometra, ingegnere o architetto che sia, più o meno dotato e preparato, ha il compito di indirizzare il cliente verso le scelte più efficaci e di dare coerenza tecnica e progettuale alle richieste del proprio committente. La scelte costruttive e dell’impresa esecutrice in particolare rivestono un ruolo cruciale sulla buona riuscita dell’iniziativa. A volte, troppe volte, il tecnico si fa condizionare da fattori non propriamente cristallini sotto il profilo morale, finendo per indirizzare il cliente verso il costruttore con i migliori “argomenti” (credo e spero di essere stato abbastanza chiaro…).
L’impresa, soprattutto in un momento di crisi dell’edilizia come quello attuale, spesso sembra disposta a limare il prezzo pur di ottenere l’appalto, per poi recuperare una buona fetta di guadagno a consuntivo, forzando le pecche del computo metrico estimativo o caricando i costi per le varianti e le modifiche in corso d’opera.
Le amministrazioni e gli uffici tecnici comunali rendono difficoltoso il cammino burocratico, magari favorendo i tecnici più inseriti nel territorio ed ostacolando, più o meno volutamente, i progetti non sponsorizzati. Iter ad ostacoli e tempi dilatati sono ad oggi una triste realtà nel rapporto del cittadino con gli organi competenti.
In molti paesi del nord Europa i clienti che vogliono costruire case prefabbricate in legno seguono una strada piuttosto diversa che, paragonata alla nostra realtà, appare sicuramente utopica.
E’ infatti sufficiente recarsi presso una tra le tante serie aziende di case prefabbricate, scegliere la casa che più si adatta alle nostre esigenze e la campionatura di capitolato presso il centro espositivo. La ditta di case in legno si occupa di tutti gli aspetti burocratici direttamente, dato che non è necessario un tecnico abilitato per procedere alla presentazione del progetto. Nel giro di pochissimi mesi si è in grado di iniziare i lavori con tempi e costi certi, potendo pianificare serenamente gli aspetti economici nei tempi e nelle modalità più convenienti. Nessuna sorpresa dovuta ad extra-costi imprevisti o a tempi di programmazione senza data di scadenza. Sembra un sogno, ma si tratta di una prassi consolidata da tempo.
Nel nostro paese si sono fatte scelte politiche in passato mirate a creare posti di lavoro anche inutili, pur di abbassare il livello della disoccupazione, sia nel pubblico che nel privato. Senza tirare banalmente in ballo categorie come i notai o i dipendenti comunali, resta la constatazione che, salvo i progetti più importanti, si potrebbero in quasi tutti i casi abolire le commissioni edilizie ricorrendo allo strumento della D.I.A. o agevolare per merito i progetti più virtuosi (bioedilizia e risparmio energetico) e non solo quelli dei tecnici “amici”.
Il settore delle case prefabbricate in legno può però essere un occasione anche per il cliente stesso, che ha l’occasione di fare un piccolo gesto di rispetto nei confronti dell’ambiente, valorizzando le scelte più ecologiche in accordo con il proprio architetto. Quest’ultimo avrà l’occasione di valutare oggettivamente le ditte sulla base delle caratteristiche tecnico-costruttive, del rapporto q/p, non influenzato da interessi personali o di amicizia con l’impresario. L’azienda che realizzerà la nostra casa, infine, ha la possibilità di confrontarsi con il cliente alla luce del sole, valutando l’incidenza delle singole voci di listino sul costo finale. L’obiettivo comune resta in fatti di fissare un prezzo univoco e bloccato a garanzia reciproca senza possibilità di richieste o contestazioni successive.
Per concludere, costruire una casa resta una sfida lunga, difficile e costosa. Un approccio diverso da parte di tutte le figure coinvolte è però possibile se è innanzitutto il committente stesso a pretenderlo. Le scelte che stanno alla base di chi decide di rivolgersi alla bioedilizia (come cliente) o alla bioarchitettura (come tecnico), ed in particolare alle case prefabbricate in legno, vanno quasi sempre al di là del semplice tema abitativo e coinvolgono ben altri aspetti del vivere, come scelta di vita profonda e duratura.
Wednesday, March 18, 2009
VENDERE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
Il suo è un dubbio più che lecito, in quanto è inevitabile chiedersi se le case prefabbricate posseggano un valore di mercato paragonabile a quelle tradizionali o più basso. La tenuta nel tempo in caso di vendita a terzi e, persino, la presenza di un mercato immobiliare per questo tipo di edifici nel nostro paese sono temi importanti che meritano risposta, anche se il settore non presenta dati statistici rilevanti e, ad oggi non sono state effettuate studi analitici mirati.
Possiamo comunque portare alcuni argomenti in difesa delle case prefabbricate, a partire dall’esperienza europea o nordamericana, che ci dicono come le abitazioni in legno siano ben valutate per le loro caratteristiche di efficienza energetica e la buona qualità costruttiva.
Parlando di case in legno, si tratta di un prodotto ampiamente diffuso e competitivo, che non rappresenta una nicchia, ma un’alternativa collaudata alle costruzioni tradizionali in laterizio. Il 35% delle case unifamiliari o bifamiliari vengono costruite in Austria come case prefabbricate. Va da se che il mercato immobiliare delle case in legno sia per questo paese una realtà basata su grandi numeri di compravendita.
In questo caso specifico i dati sono assai incoraggianti. La crisi ha colpito anche questo paese, ma sembra interessare molto meno le case prefabbricate, non solo per i nuovi edifici, ma anche per quelli esistenti.
Un segnale interessante, ma che va collocato in un contesto in cui le case prefabbricate in legno sono da tempo apprezzate e diffuse senza preconcetti. In Italia le cifre parlano purtroppo di un settore in leggera crescita, in controtendenza rispetto alla costruzione di abitazioni tradizionali, pur senza quei numeri che era lecito aspettarsi. Va da se che il mercato delle case in legno prefabbricate di fatto ancora non esiste, nel senso che si tratta di pochi fabbricati, di età giovane e, pertanto, monoproprietarie.
L’acquirente potenziale di case in legno difficilmente è interessato ad un’abitazione di seconda mano e preferisce ricercare un terreno edificabile su cui costruire il proprio progetto.
Il cliente tradizionale, se poco informato, avrà qualche imbarazzo nei confronti di una tecnologia non conosciuta e difficilmente troverà in qualche tecnico o agente immobiliare un consigliere esperto con cui confrontarsi.
Tuttavia le caratteristiche delle case prefabbricate, valutate con imparzialità, ci parlano di edifici con una grande cura costruttiva, capaci di grandi risparmi energetici, costruzione ecologica e benessere climatico. Tutti aspetti positivi che danno appeal alle case in legno, in particolare se accompagnate da lunghe garanzie costruttive, come è prassi, e da un certificato energetico che ne attesti l’alto isolamento termico.
Era peraltro stato previsto dal Dlgs 192/2005 l’obbligo di allegare dal 1° luglio 2009 l’attestato di certificazione energetica agli atti di compravendita o locazione di tutti gli edifici, a prescindere dall’epoca di costruzione e dalla superficie utile. Tale obbligo è stato cancellato dall’art. 35, comma 2 bis, del DL 112/2008 convertito nella legge 133/2008. Su questa norma è in corso una procedura di infrazione della Commissione europea.
In ogni caso, i notai informano per prassi le parti interessate illustrando la disciplina energetica in vigore, con particolare riferimento agli aspetti della dotazione e della consegna del documento.
Alla base dell’obbligo vi è un interesse pubblico a conoscere il rendimento energetico degli edifici, “di limitazione delle emissioni di gas ad effetto serra posti dal protocollo di Kyoto”, nonché di “promozione dell’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili anche attraverso la sensibilizzazione e l’informazione degli utenti finali”.
Inoltre, nell’ipotesi di edifici nuovi o ristrutturati, il notaio informerà le parti che in mancanza di certificato non possono essere conseguite né una regolare ed efficace dichiarazione di fine lavori né l’agibilità.
Pur non essendo obbligatorio includere nell’atto notarile il certificato energetico dell’edificio, è evidente che tale documento andrà prodotto in tutti i casi ed avrà un ruolo fondamentale nella compravendita, assegnando valore all’edificio o abbassandone la valutazione.
Le case prefabbricate in legno si collocano sempre nelle classi energetiche di eccellenza e tale requisito andrà correttamente posto alla parte acquirente come caratteristica rilevante nella valutazione dell’edificio.
CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SUPERECONOMICHE?
L’ACQUISTO DI UN’ABITAZIONE COMPORTA IN GENERE PER L’ACQUIRENTE UNO SFORZO FINANZIARIO IMPORTANTE, SPESSO GRAVATO DALL’ACCOLLO DI UN MUTUO DESTINATO AD INCIDERE PER MOLTI ANNI SUL BILANCIO FAMILIARE.
Il settore delle case in legno offre sull’odierno mercato immobiliare un’interessante alternativa che, se ben sfruttata e recepita nel suo grande potenziale, consente di realizzare un’abitazione efficiente di grande qualità costruttiva ad un costo moderato, soprattutto se rapportato all’immediato risparmio energetico offerto dalle case prefabbricate in legno moderne.
Ho ripetutamente trattato nei miei articoli questo argomento, ma vorrei in questa sede puntualizzare in particolare un importante aspetto: qual è il confine tra una semplice casa di legno e casa prefabbricata in legno ecologica a risparmio energetico. Si tratta di un tema tutt’altro che scontato se si pensa alla grande offerta sul mercato di abitazioni in legno proposte a prezzi stracciati, senz’altro inferiori alla cosiddetta edilizia tradizionale e lontanissime dai listini delle più conosciute ditte del settore.
Mi rendo conto che non è un problema liquidabile in poche parole, poiché si tratta di una richiesta che mi viene posta spesso. Se molte persone si avvicinano al settore convinte di risparmiare rispetto ad una casa in mattoni, in effetti è giustificabile dalla presenza di strutture in legno economiche o supereconomiche che non sempre si propongono onestamente per quello che sono.
Il termine “prefabbricato” indica una costruzione pronta al montaggio e può essere più o meno correttamente utilizzato anche per le casette in legno per gli attrezzi o per le famigerate “case su ruote”.
Il generico utilizzo del legno come materiale da costruzione non entra infatti nelle scelte costruttive, portando il cliente ad uniformare psicologicamente le case a risparmio energetico con quelle da giardino.
“1.300 € al mq.? Su internet ho trovato delle case complete (???) di 100 mq. a 35.000 €”.
Si potrebbe sorridere, ma non si tratta, ahimè, di affermazioni sporadiche. Nel nostro paese il settore delle case in legno sta timidamente affacciandosi come alternativa di nicchia e quasi esclusivamente relegata a funzioni di tipo abitativo. Il cliente, privo di esperienza e male supportato dai tecnici, fatica a reperire informazioni e stenta a formarsi un quadro unitario, tendendo piuttosto a sovrapporre notizie discordanti tra loro. Ecco che una casa in legno da 100 mq. a 35.000 € diviene meravigliosamente una casa a basso consumo garantita 30 anni, ecologica e certificata.
La mole di articoli che trovate in questo blog può apparire faticosa da affrontare, ma sono convinto che l’attenta lettura dei temi affrontati può consentire la piena comprensione del funzionamento, del potenziale, delle limitazioni e dei vantaggi che si possono ottenere dalle case di legno prefabbricate. Se non nomino ditte, nemmeno di quella di cui sono agente, è perché ritengo che il ruolo di guida tematica di questo sito vada privilegiato rispetto all’eventuale messaggio promozionale. Ognuno è libero di chiedermi un preventivo o una progettazione, ma si può fare buon uso di quanto contenuto, rivolgendosi ad un altro architetto o ad un’altra azienda.
Ricevo spesso mail o telefonate da parte di persone che mi richiedono un servizio di consulenza del tutto gratuito (“Il mio architetto vorrebbe sapere se …”). Nel limite del possibile cerco di essere disponibile a fornire le informazioni richieste, ma le risposte sono contenute, nel 99% dei casi, all’interno degli articoli. Se una persona ha letto buona parte del materiale contenuto in questo blog non dovrebbe farmi richiesta di una casa a risparmio energetico a pochi €/mq.
L’eliminazione dei ponti termici, l’utilizzo di materiali biologici, di serramenti isolati, vetri a bassa trasmittanza, cappotti e coibentazione di adeguato spessore, montaggi accurati, impianti raffinati, soluzioni tecnico-costruttive innovative, hanno un costo inevitabile che la garanzia trentennale e il certificato energetico attestano qualitativamente al cliente. La nostra casetta così “ex-sovietica” in assi di legno non stagionato incollato con colle tossiche, frutto di soluzioni economiche e assemblaggi approssimativi, senza cappotti o isolamenti di alcun tipo (“non servono, il legno non trasmette il calore”), senza impianti e finiture costerà senz’altro meno, a volte pochissimo, ma poi? Il concetto di confort abitativo può apparire soggettivo, ma un’abitazione rovente d’estate e gelida di inverno potrà soddisfare a mio avviso ben poche persone. A meno che non si voglia provare l’ebbrezza di un microclima tipicamente da container per terremotati.
La scelta oculata del progetto e delle soluzioni costruttive può far risparmiare un bel po’ di soldi senza compromessi sulla qualità costruttiva. Qui troverete tanti consigli, ma non è questa la sede per riassumere come sia possibile massimizzare il rendimento energetico abbassando i costi di acquisto.
La scelta peggiore per risparmiare resta quella di rivolgersi alle ditte “da battaglia”, illudendosi di fare un buon affare.
Tuesday, March 17, 2009
LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SONO ABITAZIONI NORMALI?
Come ripetuto spesso negli spazi di questo blog, si tratta di dubbi comprensibili e ragionevoli.
Il prezzo da pagare per possedere una casa ecologica a risparmio energetico non deve certamente riguardare la funzionalità dell’abitazione o il suo aspetto.
Purtroppo le case in legno vengono proposte per lo più con una forma assai più conforme ai paesi del nord Europa che alle nostre latitudini, contribuendo involontariamente a tenere lontane molte persone da queste abitazioni.
In realtà non sono molti gli aspetti che differenziano realmente le case in legno da quelle realizzate in opera con i tipici materiali da costruzione dei nostri cantieri.
Negli ultimi anni si assistito ad un diffuso recupero delle metodologie costruttive del passato come la realizzazione in legno delle strutture orizzontali (solai e tetti).
Dal punto di vista della disposizione degli ambienti non sono riscontrabili differenze di alcun tipo, così come risulta senz’altro possibile la realizzazione di locali interrati, da eseguirsi in cemento armato.
Le costruzioni tradizionali possono prevedere o meno elementi verticali in cemento armato come pilastri o setti (in questo caso i mattoni hanno solo funzione di tamponamento) o essere realizzate con laterizio alveolare portante come il “poroton”. Le tramezze interne hanno spessore ridotto e sono costituite da muri in laterizio leggero intonacato.
Le case in legno escludono completamente l’utilizzo di cemento, acciaio e laterizio dalla costruzione e la realizzazione degli elementi verticali, esterni ed interni è assolutamente prefabbricata (le pareti vengono preparate in stabilimento comprensive di struttura a telaio, isolamenti e pannelli di chiusura in legno). Le pareti esterne delle case prefabbricate vengono predisposte con i serramenti già montati e l’isolamento a cappotto intonacato. Se dal punto di vista energetico questo comporta rendimenti termici elevati, assenza di dispersioni e ponti termici, per il cliente finale non si intravedono vincoli particolari all’utilizzo o nell’aspetto esteriore dell’abitazione. Si tratta solo di una diversa modalità realizzativa che non limita il progetto dell’edificio e la sua funzionalità.
Il fatto che i muri interni delle case in legno abbiano una funzione portante non pregiudica la libera disposizione degli ambienti e l’adattabilità di queste strutture a condizioni progettuali anche complesse.
Nonostante ciò le maggiori resistenze all’impiego delle case prefabbricate giungono paradossalmente proprio da parte degli stessi tecnici, architetti in primis, che tendono a porsi in una posizione pregiudiziale rispetto alle case in legno. Chiaramente i migliori risultati costruttivi saranno ottenuti solo attraverso un’approfondita conoscenza del grande potenziale insito nella tecnica delle case prefabbricate.
CASE PREFABBRICATE AL GREZZO O CHIAVI IN MANO?
Molte ditte di case prefabbricate spingono per fermarsi alla struttura, proponendovi di completare gli impianti e le finiture per conto vostro, mentre altre sollecitano il cliente all’acquisto di un’abitazione finita. Spesso le motivazioni sono tecnico-organizzative, altre volte economiche, ma in genere le aziende più importanti e serie sono in grado di garantire il massimo della qualità per ogni fase costruttiva. Pertanto la scelta va ponderata attentamente in base alle specifiche esigenze del singolo.
Vi sono però alcuni aspetti generali di cui tener conto, per capire dove finisce la prefabbricazione in senso lato e dove inizia il lavoro in opera, più artigianale e, in qualche modo, tradizionale.
Il termine “case prefabbricate” è una traduzione letterale, ma poco accurata del tedesco “fertighaus”, la cui connotazione è assai più ricca e tiene conto del processo di realizzazione, controllato ed accurato, all’interno dello stabilimento ed è indice di qualità e precisione.
Ogni casa resta unica ed individuale ed il processo di prefabbricazione è limitato alla preparazione delle pareti esterne, comprensive in isolamento interno, cappotto, intonaco, serramenti e persiane e delle pareti interne, già predisposte con le tracce degli impianti.
Gli eventuali solai lignei e la struttura del tetto vengono eseguite velocemente in opera (non sono prefabbricati) con gli elementi dell’orditura e dell’assito pretagliati e numerati.
Semplificando, le pareti sono gli unici elementi realmente prefabbricati della vostra abitazione.
Chi ha un minimo di esperienza di cantiere, sa che il punto debole delle abitazioni tradizionali resta l’esecuzione della struttura da parte delle maestranze. Anche l’impresa di costruzioni migliore non potrà garantire un alto indice di precisione realizzativa, a causa di discontinuità tra i materiali, assestamenti, oltre all’inevitabile errore umano.
Il fatto è che anche un piccolo punto debole può abbassare molto le prestazioni energetiche dell’edificio, a scapito dei consumi e del rendimento termico. E stiamo ipotizzando un’impresa di eccellente qualità (credo non serva aggiungere altro).
Il montaggio in opera di un serramento ad esempio è una delle operazioni più delicate, anche supponendo di aver installato la migliore finestra possibile con tripli vetri bassoemissivi. Effettuiamo un montaggio poco accurato, aggiungiamoci una bella cornice in marmo e abbiamo creato un ponte termico perfetto capace di annullare l’effetto del nostro costoso cappotto isolante esterno.
Non è un caso che la delicata giunzione serramento-parete sia meticolosamente controllata in stabilimento dopo l’installazione per verificarne la tenuta perfetta, testata e garantita.
Chiarito il concetto di prefabbricazione, un breve accenno a cosa di intende per grezzo.
Da questo livello sono esclusi impianti, bagni e finiture, ma troviamo notevoli differenze tra azienda ed azienda di case prefabbricate. Per alcune si tratta di un grezzo strutturale, per altre di un grezzo avanzato, per cui è opportuno valutare nel dettaglio questi aspetti per effettuare un confronto tra i vari preventivi.
HAAS Fertigbau al primo livello definisce la casa con interni da finire come “completa della parete esterna intonacata e di tutte le pareti interne. Saranno inclusi i balconi, gli annessi, il garage, il tetto completo di camino e canna fumaria, gli abbaini, le grondaie, la scala che porta al primo piano, la porta di ingresso e le finestre, le tapparelle. Sarà anche predisposto l'impianto elettrico con la canalizzazione, le scatole portafrutti e una cassetta di derivazione. Gli impianti sanitari sono predisposti con un blocco in PU già pronto per gli accessori sospesi e comprensivo di cassetta per l'acqua”.
Al secondo livello la casa è valorizzata con impiantistica tecnica: “Oltre al punto 1 in questo livello di finitura verranno aggiunti gli impianti. Il sistema completo di tubi per l'acqua calda e fredda, l'installazione dell'impianto elettrico completo comprensivo di frutti, copriplacche e quadro, l'impianto di riscaldamento completo di caldaia e termosifoni”.
Al terzo livello la casa è completa di bagni: “Ai due livelli superiori potrete richiedere anche la fornitura del massetto completo in cemento termoisolante e coibentato, i lavori di stuccatura, i davanzali interni (quelli esterni sono nel 1° livello) e i bagni completi”.
Infine al quarto ed ultimo livello chiavi in mano “sarà completata con tutto quello che manca ai tre livelli superiori: i lavori di tinteggiatura delle pareti, i pavimenti completi di battiscopa e le porte interne”.
A questo punto ci si potrebbe lecitamente domandare se è meglio fermarsi al primo livello o chiedere un’abitazione finita. Ritengo che il chiavi in mano dia le migliori garanzie qualitative e di tempistica per le case prefabbricate, ma che in taluni casi sia possibile valutare lo scorporo di alcune lavorazioni. Chi ha la possibilità di effettuare i lavori con impiantisti di fiducia o di acquistare il materiale di finitura a costi concorrenziali o non trova la campionatura di proprio gradimento, può senz’altro valutare di stralciare dal contratto alcune voci, senza timore di snaturare le qualità energetiche dell’abitazione.
Si tenga però presente che il materiale e le ditte di case prefabbricate che ci vengono proposte con il chiavi in mano rappresentano una garanzia in più sulla qualità complessiva della nostra abitazione.
Friday, March 6, 2009
LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO ISOLANO DAL CALDO?
Può sembrare un paradosso limitare il concetto di certificazione all’inverno, considerando i costi che complessivamente vengono sostenuti per il raffrescamento estivo degli edifici nel nostro paese. La minima diffusione di sistemi alternativi alla tradizionale aria condizionata, come pompe di calore o impianti di ventilazione, i cui consumi di energia elettrica sono di molti inferiori ad un canonico impianto motore-split, sta progressivamente aumentando il fabbisogno energetico per la regolazione climatica estiva. Si deve tenere presente che in Italia l’energia elettrica viene prodotta principalmente per mezzo della combustione di energie non rinnovabili come il petrolio e il carbone, con un alto prezzo economico ed ambientale, in contrasto con le direttive del protocollo di Kyoto.
Si deve aggiungere che sembra sempre più difficile accettare il fatto che d’estate “faccia caldo”. Si pretende una temperatura costante a 21 gradi per 12 mesi l’anno, senza considerare che il nostro corpo ha una grande capacità di adattamento, ma male sopporta i repentini sbalzi di temperatura. Eppure l’aria condizionata ci accompagna ovunque. Da casa all’automobile, dall’ufficio al centro commerciale.
Non ci si accontenta di abbassare il tasso di umidità e la temperatura di pochi gradi, ma si pretendono valori invernali che richiedono molta energia e che causano inevitabilmente una serie di affezioni al nostro apparato respiratorio. Un comportamento diffuso che richiederebbe di ripensare alla base al concetto di confort termico in accordo al ciclo delle stagioni. In passato ci si difendeva dal caldo e dal freddo in modo naturale, progettando gli edifici con criteri costruttivi passivi efficaci, senza la necessità di ricorrere ad un’impiantistica spinta ed energivora. Eppure ci capita spesso di pensare alle “case vecchie” come ad edifici freschi d’estate o al piacevole tepore di un semplice caminetto acceso.
L’illusione di poter disporre a piacimento e a costi bassi dell’energia da idrocarburi appartiene al passato, ma il mercato delle rinnovabili stenta a decollare e il settore degli impianti di condizionamento non conosce crisi.
Dal nostro piccolo punto di vista delle case in legno abbiamo fatto una scelta ben precisa nei confronti dell’ambiente, con un’idea di confort termico e di qualità dell’aria sani e naturali.
Ma possiamo realmente rinunciare all’installazione del raffrescamento estivo?
Faccio un passo indietro. Le case in legno prefabbricate nascono per difendere principalmente dal freddo invernale e sono contestualizzate nei paesi del nord Europa, in cui il periodo caldo è limitato e non raggiunge i picchi di temperatura dell’area mediterranea. La parete esterna basata sulla struttura a telaio a doppio isolante (interno + cappotto), può rivelarsi un arma a doppio taglio se complessivamente il muro non ha sufficiente massa. L’utilizzo di un isolante leggero (lana di vetro o roccia, ma anche fibra di legno a bassa densità), permetteranno bassi valori di trasmittanza, con ottimo isolamento invernale, ma anche una bassa capacità di frenare l’onda di calore estiva. Non solo. Una volta entrato il calore nell’abitazione, l’alto isolamento porta addirittura a trattenere il calore, surriscaldando gli ambienti interni. Pensiamoci non una, ma mille volte quando scegliamo la ditta che costruirà la nostra casa prefabbricata.
Molte aziende hanno solo ottimi argomenti economici, ma forniranno una tecnica realizzativa approssimativa e del tutto errata per i nostri climi. Le soluzioni possibili sono sostanzialmente due. Una costruzione più massiccia, con pareti piene alternate all’isolante, per aumentare la massa e “sfasare” delle ore necessarie l’onda termica, impedendone l’ingresso nell’edificio, o aumentare la densità dell’isolante stesso. Quest’ultima soluzione ha il vantaggio di permettere spessori di muro limitati e ottimi valori di isolamento invernale, mentre nel primo caso si tratta di una sorta di blockhaus, che dovrà necessariamente rinunciare a parte dell’isolante o avere spessori complessivi piuttosto importanti.
Un ottimo prodotto è sicuramente la fibra di legno ad alta densità, sempre più diffuso tra le aziende come materiale naturale ed in grado di isolare ottimamente da caldo e freddo, garantendo peraltro i valori di massa della parete richiesti dalla normativa in vigore.
Tuesday, March 3, 2009
IL RENDIMENTO ENERGETICO DELLE CASE PREFABBRICATE
Bisogna innanzitutto fare chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, soprattutto in presenza di un budget di spesa limitato. Proviamo a procedere per punti:
1. Minimo fabbisogno di energia per il riscaldamento invernale.
Va ottenuto innanzitutto attraverso un progetto finalizzato alla minima dispersione termica a partire dal disegno, con una pianta compatta possibilmente vicina alla forma quadrata, assenza di aggetti o rientri nella sagoma, involucro e copertura di tipo semplice, poche aperture rivolte verso nord.
E’ poi essenziale ottenere il massimo del guadagno solare accumulando il calore invernale mediante una captazione mirata dell’energia passiva, in particolare nelle ore più calde attraverso il posizionamento degli ambienti di soggiorno verso sud. Le vetrate sono in grado di far passare la radiazione e di scaldare efficacemente l’abitazione per effetto serra impedendo al calore stesso di fuoriuscire. E’ intuibile l’importanza di installare serramenti di alta qualità con vetrocamera a bassa trasmittanza per agire efficacemente sulla componente solare e minimizzare le dispersioni dovute al minore isolamento del vetro stesso rispetto alla parete coibientata.
2. Massima protezione dall’eccesso di calore estivo per evitare l’ausilio dei sistemi di condizionamento.
Il surriscaldamento delle case prefabbricate deve, ancora una volta, essere eliminato all’origine attraverso un’accorta progettazione passiva. E’ fondamentale evitare che la radiazione solare incida direttamente sulle vetrate nei mesi più caldi schermando i raggi estivi con tettoie, balconi, frangisole, pergolati, tende, sporgenze del tetto, veneziane esterne. I sistemi a disposizioni sono molti e possono modulare in modo interessante gli spazi esterni, creando luoghi di fruizione usufruibili tutto l’anno. Infatti i raggi del sole durante l’estate sono vicini allo zenith e vengono bloccati facilmente dagli schermi passivi, mentre nei mesi freddi possono passare, in quanto si trovano molto più bassi, vicini alla linea dell’orizzonte.
3. Limitare al massimo l’impiantistica per il riscaldamento ed il raffrescamento.
Una casa a basso consumo necessita di poca energia, per cui appare logico non spendere troppi soldi per degli impianti termici costosi che richiederanno tempi lunghissimi per rientrare nell’investimento. Le pompe di calore sono davvero consigliabili solo in presenza di interventi di una certa dimensione come le case plurifamiliari. A volte le aziende di "case prefabbricate" e gli impiantisti spingono su questa voce più per il loro interesse che per il vostro….e qui mi fermo.
4. La composizione della parete andrà attentamente determinata in base alla zona climatica.
In generale no agli isolanti troppo leggeri come la fibra di vetro o la lana di roccia. Bene la cellulosa e meglio ancora la fibra di legno ad alta densità. Il cappotto serve per non fare entrare il freddo, quindi bastano pochi centimetri. Alcune aziende forniscono pareti di grande spessore con cappotti esterni esagerati, di 10 o più centimetri. Meglio aumentare lo spessore dell’isolante interno, che migliorerà le caratteristiche di coibentazione durante tutto l’anno.
5. L’importanza dell’isolamento del tetto.
I tetti ventilati in Italia spesso vengono offerti con isolamenti insignificanti, puntando tutto sulla capacità di questa tecnica costruttiva di eliminare il calore in eccesso e l’umidità. Tuttavia l’isolamento è fondamentale e deve essere di spessore adeguato. La copertura dovrebbe avere un valore di trasmittanza analogo alla parete esterna delle case prefabbricate e questo è possibile solo con tanti centimetri di isolamento. Anche in questo caso meglio un isolante con una certa massa, in grado di fungere da barriera di protezione tutto l’anno. La camera di ventilazione può essere una soluzione tecnica da abbinare ad un tetto bene isolato, ma andrà valutata attentamente in base al tipo di progetto e alle condizioni climatiche specifiche del luogo.
Monday, March 2, 2009
DOMANDE SULLE CASE PREFABBRICATE DI LEGNO
Salve, ho letto con curiosità alcuni dei suoi articoli sul blog ed ho da porle alcune domande:
1 - Le banche concedono facilmente mutui per questo tipo di costruzioni?
Direi di si. Premesso che si tratta comunque di numeri limitati e di casi sporadici se ci riferiamo al centro e al sud Italia, l’esperienza insegna che le case in legno sono equiparate a quelle tradizionali. Un’aspetto di forza sono i 30 anni di garanzia sulla struttura concessi dalle aziende del settore. Si deve inoltre considerare che i premi delle polizze assicurative dei fabbricati in legno sono i medesimi degli edifici in laterocemento. Gli istituti di credito da questo punto di vista dapprima se ne accertano e, solitamente, si adeguano.
2 - Esiste attualmente un mercato di compravendita di case prefabbricate?
Un vero e proprio mercato dovrebbe poter contare su numeri e statistiche che sono ancora virtualmente assenti nel nostro paese. Chi ha costruito una casa in legno negli ultimi anni è, nel 99% dei casi, ancora proprietario della propria abitazione prefabbricata. Risulta difficile parlare di compravendita vera e propria per un settore giovane e di nicchia come questo. L’interesse crescente verso la bioedilizia e il risparmio energetico, l’attenzione dei mezzi di comunicazione sui temi della sostenibilità e delle fonti di energia rinnovabili sta senz’altro fornendo una chiara tendenza del mercato immobiliare a puntare sulla qualità costruttiva e sulla certificazione. Le case in legno si pongono ai vertici per caratteristiche coerenti con i temi dell’innovazione, dell’ecologia e dell’isolamento termico. Il loro valore in prospettiva appare chiaramente in controtendenza con un mercato dell’edilizia esistente vecchio e da riqualificare energeticamente.
3 - Data la scarsità di terreni edificabili, quali sono attualmente le regioni in cui cercare con più fortuna questi terreni? (io vivo a Milano !!!)
L’esaurimento dei terreni edificabili in molte zone del nostro territorio ha comportato una dinamica dei prezzi chiaramente speculativa che rende gravoso l’acquisto di un piccolo lotto anche in aree periferiche. Alcuni segnali fanno ritenere che i prossimi anni gli strumenti attuativi comunali libereranno nuove porzioni edificabili che contribuiranno a calmierare le cifre, fornendo nuove opportunità di acquisto per la realizzazione di nuovi interventi. Attualmente ci si può comunque orientare su tipologie come abitazioni bifamiliari che permettono, senza troppi compromessi sulla qualità abitativa, di ripartire i costi, rendendo complessivamente più leggera l’operazione.
4 - Il valore di mercato di una casa prefabbricata cala col passar del tempo (invecchiamento o deterioramento dei materiali per cause naturali)?
Si tratta di “case” e come tali vanno viste. Una casa di 15 anni subisce un deprezzamento, sia essa in legno o in laterocemento. Le aspettative di vita sono comunque le medesime, anche se si deve ribadire la qualità costruttiva garantita dalle case prefabbricate in legno, che aumenterà le aspettative di tenuta nel tempo a fronte di una manutenzione semplice ed economica. I più comuni problemi di usura delle nostre abitazioni potrebbero essere evitati con poche attenzioni, ma sono sovente imputabili a piccoli difetti costruttivi, crepe, cedimenti, infiltrazioni. Le case in legno hanno un alto standard qualitativo con un controllo su tutta la produzione. Una casa realizzata in cantiere può essere influenzata da molti fattori che ne determineranno la tenuta nel tempo. Chiaramente le economie costruttive tipiche delle costruzioni realizzate con un ottica speculativa nel giro di poco tempo possono rivelare gravi lacune sotto il profilo della durata dell’immobile.
5 - Considerando le spese per il terreno + le fondazioni + la struttura + oneri vari, esiste una reale convenienza ad investire denaro in queste costruzioni?
Ritengo che il costruire una casa di legno sia una scelta di vita importante e vada visto nell’ottica di un investimento sull’involucro, con un ritorno economico certo e come gesto di rispetto verso l’ambiente. Difficilmente lo sforzo economico da sostenere sarà inferiore al reperimento di una pari abitazione tradizionale sul mercato immobiliare esistente. Il budget a disposizione del cliente resta il parametro più importante che orienterà la scelta nell’una o nell’altra direzione.
6 - Possono queste costruzioni considerarsi come prime abitazioni? o piuttosto come "case di campagna" (seconde o terze residenze)?
E’ una semplice tecnica costruttiva, per sua natura “neutra” ed adattabile. Non ci sono chiaramente vincoli a realizzare tanto una villa di lusso, quanto una semplice casetta di villeggiatura. Si tratta però di valorizzare le potenzialità energetiche di queste strutture, per cui è altamente consigliabile il loro utilizzo per destinazioni stanziali, più che per soggiorno temporaneo, proprio per sfruttare il consistente risparmio sulla bolletta.
CASE PREFABBRICATE: IL CRITERIO DI SCELTA DELLA DITTA
COME HO EVIDENZIATO CHIARAMENTE NEL MIO PROFILO, HO SCELTO DI LEGARE IL MIO NOME AD HAAS FERTIGBAU.
Questo blog, tuttavia, nasce con l’intento di divulgare la conoscenza sulle case prefabbricate e non vuole essere una vetrina pubblicitaria, per cui, pur consapevole di cacciarmi in un terreno viscido, tenterò di dare un punto di vista il più neutrale possibile.
Questo tipo di abitazioni vede la luce negli anni ’70 in Germania, Austria e Svezia, dove la cultura delle abitazioni in legno era, per ovvie ragioni di disponibilità di materiale, ben radicata.
La necessità di difendersi dalle rigide temperature dell’inverno del nord Europa, unitamente ai crescenti costi per il riscaldamento, dovuto alla concomitante crisi energetica, hanno portato ad un’evoluzione della tradizionale carpenteria in legno locale.
La ricetta era molto semplice. Strutture a telaio, flessibili ed antisismiche, con grande portata e durata nel tempo, abbinate a tamponamenti isolanti di grande spessore e ulteriore cappotto di isolamento esterno. Eliminazione dei ponti termici, serramenti isolati con vetri doppi a bassa trasmittanza e soprattutto realizzazione dell’intera struttura dell’abitazione nello stabilimento, assemblaggi perfetti, test a tenuta e tempi di costruzione ridottissimi, con lavorazioni in opera limitate al montaggio a garanzia della massima efficienza termica dell’edificio.
Si tratta dunque di una tecnologia matura e consolidata nel tempo che può contare oramai su grandi numeri. Le continue piccole innovazioni apportate negli anni hanno migliorato sempre più il livello di queste abitazioni, garantendo in generale un’ottima qualità complessiva delle case prefabbricate, unitamente ad un’ampia offerta di proposte, dovuta al recente ingresso nel settore di molte nuove aziende, italiane e dell’est Europa in particolare.
Il consumatore può essere oggettivamente disorientato, soprattutto dopo la visita ad una fiera tematica. In genere le ditte più piccole sono soprattutto importatori di marchi esteri con una buona esperienza, anche se non mancano i casi di aziende sinora attive nel settore della carpenteria e falegnameria da poco affacciatesi nel campo delle abitazioni prefabbricate (soprattutto del tipo “blockhaus”). Dal mio punto di vista il potenziale cliente può essere rassicurato, dato che si tratta di un settore competitivo che premia le buone aziende e espelle rapidamente quelle mediocri.
Detto questo, un primo criterio è senz’altro il prezzo. Se avete già confrontato qualche preventivo, vi sarete accorti che i prezzi sono estremamente livellati. Va da se che ci vi chiede molto meno non sarà assolutamente in grado di fornirvi una casa prefabbricata della medesima qualità delle ditte più conosciute. Se il vostro scopo è realizzare un’abitazione in poco tempo spendendo poco, avete trovato ciò che fa per voi, ma se, come spero, ricercate un’abitazione ecologica e a risparmio energetico, scartate rapidamente chi punta tutto su un listino aggressivo.
Alcune ditte si posizionano poi in una fascia di prezzo molto più alta. Si tratta di abitazioni spesso firmate da architetti conosciuti con finiture di pregio, che occupano giustamente una nicchia di mercato al vertice. Se avete tanti soldi ….
Ma in genere chi si avvicina a queste case dovrebbe sempre ricercare un buon rapporto qualità/prezzo. Fatevi fare un preventivo relativo al “grezzo”, dato che le finiture possono far oscillare il costo sensibilmente. Si tratta di un buon parametro di valutazione che andrebbe approfondito nelle singole voci, dato che alcune aziende escludono da questo totale alcuni elementi che per altre ditte sono di serie (canne fumarie, scale, avvolgibili, predisposizioni impiantistiche,…). Potreste scoprire differenze di parecchie migliaia di euro tra preventivi apparentemente simili.
Esistono anche case prefabbricate in cemento, in laterizio, in fibrocemento o a parete massiccia. Trattare questo tipo di abitazioni sarebbe troppo complesso e non è questo blog la sede appropriata per farlo.
Supponiamo che abbiate ristretto la scelta a ditte che vi hanno fornito costi simili, con una buona offerta di case a catalogo, analoghe tecnologie, valori di trasmittanza e materiali affini.
Resta da valutare la qualità effettiva. Le ditte più conosciute possono contare su grandi numeri che difficilmente sono raggiungibili solo grazie ad una mirata campagna pubblicitaria o ad una diffusione capillare sul territorio.
Quasi sempre ci vengono proposte case definite ecologiche, naturali, bioedili, sostenibili. Si tratta certamente di ottimi slogan, non sempre confermati dai materiali impiegati.
Quasi tutti i costruttori vi garantiscono per 30 anni dai difetti strutturali. Ci sono però ditte di provata esperienza che esistono da oltre 30 anni ed altre appena nate che ci richiedono di fare un atto di fiducia. E’ inevitabile ricordare che la tecnologia ha origine nella tradizione costruttiva dei paesi al di là delle Alpi, un aspetto difficilmente trascurabile.
Infine valgono molto la capacità di rispondere ai vostri dubbi (e alle vostre angosce) del vostro interlocutore e la capacità di capire al volo le vostre esigenze e a tradurle nel concreto (quanti mesi prima di vedere un preventivo?).
Affidarsi al nostro amico tecnico (che magari ne sa meno di noi) non sempre aiuta. L’acquisto di un’abitazione è un passo importante, non affettiamolo sollecitati dall’insistenza di chi ci invita a firmare il contratto, ma valutiamo con pazienza. Difficilmente ci pentiremo della scelta fatta.
Fidiamoci del nostro istinto (soprattutto a quello femminile…). Il grande segreto è osservare i piccoli dettagli nascosti. Sono questi che fanno davvero la differenza.
LO SFASAMENTO NELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
IL TEMA DELLA PROTEZIONE DAL CALDO ESTIVO E’ STATO AFFRONTATO IN PIU’ DI UN’OCCASIONE, MA SI TRATTA SEMPRE DI UNA QUESTIONE DI ESTREMO INTERESSE PER IL CLIENTE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO.
La normativa italiana ha imposto di fatto alle aziende produttrici di case prefabbricate la necessità di adattare alle caratteristiche climatiche del nostro paese le soluzioni tecniche utilizzate nei paesi di origine ed, in particolare, di migliorare la capacità di difendere gli ambienti interni dalle alte temperature estive.
Il Decreto Legislativo 311/06 definisce i requisiti minimi estivi dell’involucro edilizio per il controllo della cosiddetta "inerzia termica". In sostanza, il decreto prevede per alcune fasce climatiche l’obbligo di rientrare in un valore minimo per la massa superficiale dei muri esterni e del tetto, che dovrà superare i 230 kg/m2, intonaci esclusi.
Il decreto permette di utilizzare in alternativa tecnologie e materiali innovativi che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’irraggiamento solare. Si tratta di un aspetto complesso, ma importante, che permette di calcolare in modo corretto l’isolamento delle partizioni opache leggere, come i muri e i pacchetti di copertura delle case prefabbricate, in grado di difendere efficacemente dal caldo pur utilizzando una semplice struttura a telaio.
Si parla allo scopo di "trasmittanza termica periodica", ovvero una delle proprietà termiche dinamiche che caratterizzano l’inerzia termica dell’involucro edilizio, un parametro fondamentale per descrivere il comportamento della struttura nei confronti dei carichi termici esterni che lo attraversano.
Il calcolo della massa viene effettuato, normalmente, considerando un regime termico "stazionario". Si suppone infatti che la differenza tra le temperature, all'esterno e all'interno dell'edificio, sia costante nel tempo. Tale simulazione, accettabile per il calcolo energetico durante la stagione invernale, porta a risultati errati nella ricerca della prestazione in regime estivo delle case prefabbricate, in quanto durante l'arco della giornata la temperatura esterna e quella interna hanno continue variazioni, richiedendo delle valutazioni di tipo dinamico.
Trattandosi di un calcolo assai complesso, non è mia intenzione entrare troppo nel tecnico, ma è utile sapere che si definisce trasmittanza termica periodica il parametro che valuta la capacità di un elemento opaco di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore ed andrà riferita non solo alla massa, ma anche sulla base delle caratteristiche termo-fisiche dei materiali (conducibilità termica, spessore, calore specifico e densità) e dalla stratigrafia della struttura e terrà conto del fattore di attenuazione e del coefficiente di sfasamento temporale.
Si parla spesso di "sfasamento" dell’onda di calore, temine che sta diventando una sorta di slogan dei produttori di case prefabbricate in legno per definire la qualità estiva di una parete, così come si utilizza la trasmittanza per indicare le capacità di isolamento delle case prefabbricate. Se non si conosce l’esatto significato di questi termini si rischia di farsi condizionare superficialmente da parametri che estrapolati dal contesto costruttivo appaiono poco significativi, se non fuorvianti.
Genericamente, se una parete, in laterizio o di legno, non garantisce uno sfasamento accettabile la temperatura di un ambiente interno risente in breve tempo dei valori raggiunti all'esterno.
In soldoni, se affermo che le pareti delle case in legno sono in grado di fornire uno sfasamento di 10 ore, otterrò un buon risultato in termini commerciali, ma non avrò reso un buon servizio al mio potenziale cliente, in quanto:
- Lo sfasamento in ore tra l’onda esterna e quella interna è solo uno dei fattori che determina le caratteristiche microclimatiche esterne ed è la capacità di una parete a far sentire più tardi, nel tempo, gli effetti termici che si hanno all'esterno.
- Andrebbe correttamente valutata la capacità di smorzamento dell’onda stessa da parte della parete, ovvero la riduzione del valore di temperatura verificatosi nel tempo.
- Le vetrate, molto più delle pareti, definiscono l’effettivo guadagno termico estivo. Esse andranno correttamente dimensionate e protette dall’eccesso di radiazione solare.
- Lo sfasamento dovrebbe essere, al pari della trasmittanza, certificato da un ente esterno autorevole e non costituire un dato approssimativo ed opinabile.
Il cliente delle case prefabbricate in legno deve dunque sapere che le soluzioni sul mercato sono in grado di difendere efficacemente dal caldo estivo, ma che non si può prescindere da una accorta progettazione bioclimatica dell’involucro edilizio.
Sunday, March 1, 2009
UNA CASACLIMA GOLD IN PROVINCIA DI MANTOVA
Tale prestigioso riconoscimento trova suggello nella la prima casa Haas certificata dall'Agenzia CasaClima della provincia di Bolzano.
Si tratta di uno dei tre edifici realizzati per il Bed & Breakfast Antalatilla a Castellucchio, in provincia di Mantova ed in particolare dell’abitazione dei proprietari, i Sig.ri Rita e Gianfranco.
Ci sarà modo prossimamente di entrare nei dettagli della costruzione di questo complesso, senz’altro interessante per l’entità stessa dell’intervento.
Quando si parla di prestazione energetica delle abitazioni si ricorre allo strumento della certificazione per quantificare il consumo necessario al riscaldamento dell’edificio. Non si tratta di una generica etichetta o di uno slogan promozionale, ma di una rilevazione seria ed oggettiva secondo un preciso modello di calcolo.
Si deve tenere conto che la casa in oggetto è una normalissima abitazione a catalogo, il modello Haas Optima 135, realizzato con parete e serramenti standard e l’unico impianto di una certa importanza ai fini dell’incremento delle prestazioni è la ventilazione meccanica con recupero del calore, che permette il ricambio completo dell’aria dell’abitazione in poche ore evitando le dispersioni dovute all’apertura dei serramenti.
La casa Optima è stata inoltre correttamente orientata sul lotto, potendo contare su di un’efficiente captazione della radiazione solare grazie alle grandi vetrate posizionate sul fronte sud ed è in grado di minimizzare le dispersioni grazie all’involucro particolarmente compatto.
Una corretta progettazione abbinata alla parete standard Thermo-Protect System da 28,3 cm. hanno permesso di ottenere un valore di isolamento che corrisponde alla Classe Oro. Tale classe indica secondo i parametri CasaClima che i consumi dell’edificio si collocano al di sotto dei 10 kW per metro quadrato, come limite massimo del consumo, un livello quasi passivo.
Vorrei ribadire con forza l’importanza di aver raggiunto un simile risultato adottando soluzioni del tutto standard, con un muro esterno inferiore ai 30 cm., attraverso semplici scelte di progetto intelligenti ed accorte.
Il prezzo di acquisto spesso diviene il parametro su cui viene fatta la scelta tra prefabbricato e tradizionale o tra ditta e ditta se la valutazione viene ristretta alle case in legno.
Queste case vengono garantite 30 anni, ma devono durare quanto e più di una casa in muratura tradizionale e garantire un ritorno economico grazie al risparmio energetico.
Investire in una casa in legno resta purtroppo una scommessa per molte persone.
Il settore delle case prefabbricate è una realtà nuova per il nostro paese ed il cliente finale spesso non è supportato correttamente dal proprio tecnico.
La selezione della ditta va attentamente ponderata in base all’affidabilità ed agli elementi obiettivi di garanzia che vengono forniti.
Esperienza costruttiva e grandi numeri di produzione acquistano ancor più grande valore se supportati da prestigiosi riconoscimenti di certificazione come questo.