BUONGIORNO. È DA UN PO’ CHE MI STO INFORMANDO PER COSTRUIRE UNA CASA PREFABBRICATA. SONO CERTA DEI GRANDI VANTAGGI CHE SI HANNO A LIVELLO DI RISPARMI ENERGETICI E DI VELOCITÀ DI COSTRUZIONE. QUELLO CHE MI CHIEDO INVECE È SE QUESTE CASE RISULTANO ESSERE ANCHE UN “INVESTIMENTO” NEL SENSO CHE ACQUISTANO VALORE NEL TEMPO E SONO QUINDI RIVENDIBILI, OPPURE SE, ADIFFERENZA DEL CARO VECCHIO MATTONE, SI SVALUTANO E VANNO CONSIDERATE COME CASE IN CUI VIVERE UNA VITA INTERA.
Il suo è un dubbio più che lecito, in quanto è inevitabile chiedersi se le case prefabbricate posseggano un valore di mercato paragonabile a quelle tradizionali o più basso. La tenuta nel tempo in caso di vendita a terzi e, persino, la presenza di un mercato immobiliare per questo tipo di edifici nel nostro paese sono temi importanti che meritano risposta, anche se il settore non presenta dati statistici rilevanti e, ad oggi non sono state effettuate studi analitici mirati.
Possiamo comunque portare alcuni argomenti in difesa delle case prefabbricate, a partire dall’esperienza europea o nordamericana, che ci dicono come le abitazioni in legno siano ben valutate per le loro caratteristiche di efficienza energetica e la buona qualità costruttiva.
Parlando di case in legno, si tratta di un prodotto ampiamente diffuso e competitivo, che non rappresenta una nicchia, ma un’alternativa collaudata alle costruzioni tradizionali in laterizio. Il 35% delle case unifamiliari o bifamiliari vengono costruite in Austria come case prefabbricate. Va da se che il mercato immobiliare delle case in legno sia per questo paese una realtà basata su grandi numeri di compravendita.
In questo caso specifico i dati sono assai incoraggianti. La crisi ha colpito anche questo paese, ma sembra interessare molto meno le case prefabbricate, non solo per i nuovi edifici, ma anche per quelli esistenti.
Un segnale interessante, ma che va collocato in un contesto in cui le case prefabbricate in legno sono da tempo apprezzate e diffuse senza preconcetti. In Italia le cifre parlano purtroppo di un settore in leggera crescita, in controtendenza rispetto alla costruzione di abitazioni tradizionali, pur senza quei numeri che era lecito aspettarsi. Va da se che il mercato delle case in legno prefabbricate di fatto ancora non esiste, nel senso che si tratta di pochi fabbricati, di età giovane e, pertanto, monoproprietarie.
L’acquirente potenziale di case in legno difficilmente è interessato ad un’abitazione di seconda mano e preferisce ricercare un terreno edificabile su cui costruire il proprio progetto.
Il cliente tradizionale, se poco informato, avrà qualche imbarazzo nei confronti di una tecnologia non conosciuta e difficilmente troverà in qualche tecnico o agente immobiliare un consigliere esperto con cui confrontarsi.
Tuttavia le caratteristiche delle case prefabbricate, valutate con imparzialità, ci parlano di edifici con una grande cura costruttiva, capaci di grandi risparmi energetici, costruzione ecologica e benessere climatico. Tutti aspetti positivi che danno appeal alle case in legno, in particolare se accompagnate da lunghe garanzie costruttive, come è prassi, e da un certificato energetico che ne attesti l’alto isolamento termico.
Era peraltro stato previsto dal Dlgs 192/2005 l’obbligo di allegare dal 1° luglio 2009 l’attestato di certificazione energetica agli atti di compravendita o locazione di tutti gli edifici, a prescindere dall’epoca di costruzione e dalla superficie utile. Tale obbligo è stato cancellato dall’art. 35, comma 2 bis, del DL 112/2008 convertito nella legge 133/2008. Su questa norma è in corso una procedura di infrazione della Commissione europea.
In ogni caso, i notai informano per prassi le parti interessate illustrando la disciplina energetica in vigore, con particolare riferimento agli aspetti della dotazione e della consegna del documento.
Alla base dell’obbligo vi è un interesse pubblico a conoscere il rendimento energetico degli edifici, “di limitazione delle emissioni di gas ad effetto serra posti dal protocollo di Kyoto”, nonché di “promozione dell’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili anche attraverso la sensibilizzazione e l’informazione degli utenti finali”.
Inoltre, nell’ipotesi di edifici nuovi o ristrutturati, il notaio informerà le parti che in mancanza di certificato non possono essere conseguite né una regolare ed efficace dichiarazione di fine lavori né l’agibilità.
Pur non essendo obbligatorio includere nell’atto notarile il certificato energetico dell’edificio, è evidente che tale documento andrà prodotto in tutti i casi ed avrà un ruolo fondamentale nella compravendita, assegnando valore all’edificio o abbassandone la valutazione.
Le case prefabbricate in legno si collocano sempre nelle classi energetiche di eccellenza e tale requisito andrà correttamente posto alla parte acquirente come caratteristica rilevante nella valutazione dell’edificio.
No comments:
Post a Comment