Caro Architetto Crivellaro, in poche righe vorrei spiegarti perché non proporrò mai le case in legno ai miei clienti.
Come saprai bene la nostra professione subisce sempre più la concorrenza di giovani architetti neolaureati e di pseudo-progettisti disposti a tutto pur di lavorare, anche a svendersi per quattro soldi. A loro interessa farsi conoscere e gonfiare il curriculum senza scrupoli.
La battaglia quotidiana per riuscire ad aggiudicarsi qualche raro cliente è sempre più frustrante, fatta di umilianti ribassi e sconti sulla parcella, in concorrenza con mestieranti dell’architettura scorretti e senza dignità (a proposito, grazie Bersani!).
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La responsabilità poi è degli stessi clienti, disposti a pagare tutti tranne noi tecnici. L’idraulico, l’elettricista? Architetto, tutti quei soldi per quattro disegni! La verità è che il lavoro intellettuale è sempre meno apprezzato e non si tiene conto delle enormi responsabilità che ci dobbiamo assumere. Altre strade personalmente non ne vedo.
Ho le mie forti perplessità sulle case in legno che sembrano fatte apposta per scavalcare i progettisti (già si lavora poco).
Ho provato comunque con sincero interesse a rivolgermi alla ****** Haus di turno, ricevendo risposte negative e nessuno sforzo a “gratificare” il progettista, per cui ringrazio sempre più le imprese tradizionali di cui parli tanto male. Saranno quello che saranno, ma almeno ci permettono di sopravvivere.
Devo aggiungere qualcosa?
Rovinerei la poesia contenuta in questi bei versi.
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