Le case prefabbricate, escluse le strutture blockhaus (a vista), sono indistinguibili dalle costruzioni tradizionali. Il loro inserimento nel contesto urbano, in particolare nel loro ambiente naturale che è il tipico tessuto residenziale delle villette ad uno o due piani, appare semplice e quasi sempre possibile.
La scelta di uno specifico modello a catalogo, soprattutto se concepito per realtà urbanistiche lontane come i paesi del nord Europa può portare però ad inattesi dinieghi da parte degli uffici tecnici comunali.
Partiamo dal tetto. L’inclinazione delle falde della copertura in Germania o Austria è spesso accentuata per permettere lo scivolamento della neve. Quasi sempre il sottotetto è abitabile con grosse differenze tra le altezze interne dal punto più basso al colmo. Sul tetto delle case prefabbricate vengono montate tegole piane in cemento al posto del tradizionale coppo curvo in laterizio.
L’avvolgibile è preferito per la sua comodità alla persiana, quest’ultima molto diffusa in gran parte del nostro paese, evitando di dover agire sull’oscuramento aprendo le finestre (coerentemente con la vocazione anti-disperdente delle case prefabbricate). Le tapparelle sono però spesso rifiutate dai comuni.
I pratici e funzionali pluviali in pvc sono mal visti dalle amministrazioni comunali che impongono l’adozione lattonerie in rame per la maggior parte degli edifici residenziali.
Le cornici in marmo e pietra attorno a finestre e porte finestre non sono facilmente installabili sulle case prefabbricate (anche per evitare ponti termici) a causa del peso e della difficoltà di inserimento in fase di realizzazione.
I comuni non accettano volentieri la semplice simulazione tali contorni con un rilievo del cappotto o del semplice polistirolo finito a cementite e tinteggiato. Anche l’utilizzo di elementi ricostruiti che riproducono la pietra non è sempre considerato sufficiente per rispondere alle prescrizioni comunali o paesaggistiche locali.
Anche i vincoli di tipo urbanistico possono impedire la scelta di un edificio standard. I pochi lotti oramai disponibili sul territorio italiano impongono sovente una sagoma dell’edificio non compatibile con la forma della casa a catalogo scelta o dispongono di una cubatura insufficiente.
E’ peraltro chiaro che i prezzi dei terreni spingono l’acquirente verso i terreni più convenienti, quasi sempre meno appetibili, di piccole dimensioni e con poco volume disponibile.
Si tratta di situazioni piuttosto frequenti, che costringono a dirottare la scelta su una casa prefabbricata a progetto, studiata specificatamente per rispondere ai vincoli imposti.
Difficilmente le amministrazioni comunali saranno infatti (giustamente) disposte a chiudere un occhio o a concederci deroghe rispetto agli strumenti urbanistici.
Per questo motivo, lo ripeto per l’ennesima volta, il ruolo del progettista è fondamentale.
Un bravo tecnico deve saper cogliere l’essenza delle case prefabbricate, affrontare il progetto nel rispetto delle caratteristiche del materiale e della vocazione dell’intervento, privilegiando le scelte razionali e il risparmio energetico.
No comments:
Post a Comment