Thursday, December 11, 2008

CASACLIMA E LE CASE PREFABBRICATE “CERTIFICATE”

LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SI CARATTERIZZANO PER CONSUMI ENERGETICI MOLTO BASSI. TALE RENDIMENTO TERMICO E’ CALCOLABILE ATTRAVERSO PRECISI PARAMETRI E INDICA L’EFFICIENZA DELL’INVOLUCRO EDILIZIO.

Questo è uno degli aspetti che interessa particolarmente il cliente, anche se solitamente le idee in proposito sono piuttosto vaghe (“Architetto, vorrei una casa in classe A”).
Parlare genericamente di classe energetica non risulta molto significativo, se non rapportato alla specifica localizzazione dell’intervento e al modello di calcolo adottato.
A livello nazionale, l’efficienza energetica degli edifici viene normata secondo il Dlgs 311/06 che definisce standard piuttosto restrittivi rispetto al passato ed introduce l’obbligo di produrre certificato di efficienza energetica dal 1 gennaio 2008 per tutti i nuovi interventi al di sotto dei 1000 metri quadrati.
Recentemente il legislatore ha eliminato il vincolo di allegare tale certificato all’atto di compravendita dell’immobile, limitando di molto l’efficacia pratica di tale strumento per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente e futuro, lasciando agli enti locali (regioni e province) la responsabilità di legiferare in materia secondo criteri più o meno restrittivi.
case legno, case in legno, case di legno, case passive, case ecologicheDa questo punto di vista l’esperienza dell’Alto Adige con la certificazione CasaClima resta un riferimento certo nel confuso panorama normativo italiano.
Si deve tenere conto che l’obbligo di costruire secondo i criteri previsti da questa metodologia di classificazione dell’efficienza energetica è limitato dal 2005 alla provincia autonoma di Bolzano, ma è possibile facoltativamente su tutto il territorio italiano e definisce una casa progettata per ottenere un significativo risparmio energetico, rispetto a un edificio tradizionale.
La finalità di CasaClima è di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Comunità Europea in tema di abbattimento dei consumi di energia e di emissioni di anidride carbonica. Ciò significa che i progettisti e costruttori di nuovi edifici devono, per ottenere il via libera a procedere, devono dimostrare che la casa che si andrà a realizzare avrà consumi energetici misurabili, inferiori a 50 kWh per metro quadro all’anno. Sulla base del livello di consumo energetico annuo per metro quadrato, in Alto Adige si procede con una vera e propria classificazione ed in particolare:

  • CasaClima Oro: ha un fabbisogno termico inferiore a 10 kWh per metro quadro all’anno (chiamata casa da un litro, perché necessita di un litro di gasolio o un metro cubo di metano all’anno).

  • CasaClima A: ha un fabbisogno termico inferiore a 30 kWh per metro quadro all’anno (chiamata casa da tre litri, perché necessita di tre litri di gasolio all’anno).

  • CasaClima B: ha un fabbisogno termico inferiore a 50 kWh per metro quadro all’anno (chiamata casa da cinque litri, perché necessita di cinque litri di gasolio per metro quadro di casa all’anno).

Per chiarire, una casa tradizionale consuma dai 90 ai 120 kWh per metro quadro all’anno.
La diffusione di una cultura “energicamente consapevole” e la realizzazione pratica del progetto CasaClima è stato reso possibile anche grazie al coinvolgimento attivo degli artigiani e dei tecnici altoatesini. Sono stati loro che, in concreto, hanno proceduto con la codifica e con lo sviluppo dei parametri utili (costruzione dell’involucro edilizio, serramenti, strutture interne, impianti) per ottenere l’efficienza energetica e la conseguente certificazione.
Tale impegno costruttivo, basato sia sulla cultura locale che su analoghe esperienze europee (Austria e Germania in particolare), si sono concentrate sull’isolamento termico complessivo, ad esempio con l’utilizzo di finestre termoisolanti, e forma edificatoria compatta e semplice per ridurre le dispersioni di calore in inverno e il surriscaldamento estivo, ma anche sull’alta in sonorizzazione, la mancanza di elettrosmog, il massimo sfruttamento dell’energia solare, attraverso un corretto orientamento dell’edificio, il riscaldamento tramite sistemi alternativi di riscaldamento e/o con l‘impiego di energia solare, ad esempio con pannelli solari termici per la produzione di acqua calda, pannelli solari fotovoltaici per la produzione di elettricità, impianti di ventilazione forzata o centrali termiche a biomasse, la scelta di materiali edili ecocompatibili ed innocui per la salute, un generale comfort abitativo ed ottime condizioni di salubrità.
Inoltre gli edifici che rientrano nella categoria A hanno diritto al 10% di sconto sugli oneri di urbanizzazione, oltre a benefici straordinari previsti dai regolamenti provinciali e comunali.
È compito dell’ufficio Aria e rumore dell’agenzia provinciale per la Protezione dell’ambiente della provincia di Bolzano rilasciare una targa, da affiggere sull’edificio in modo ben visibile, sulla quale viene segnata la classe cui l’edificio appartiene. Ciò consente anche ai potenziali acquirenti dell’alloggio di valutare la propria scelta con maggiore consapevolezza.
Si tenga comunque presente che la classe di certificazione cambia da zona a zona in base alle specificità climatiche locali. Un’abitazione a Bolzano consumerà chiaramente molta più energia per essere scaldata rispetto ad una di pari caratteristiche realizzata in Toscana o in Sicilia. Di conseguenza la classe energetica tiene pienamente conto della provincia di appartenenza (una classe C a Bolzano, molto probabilmente, diverrà classe B a Bologna).
Pretendere un edificio “in classe A” risulta dunque superficiale e poco significativo, anche perché si dovrebbe considerare, soprattutto in certe zone del territorio caratterizzate da lunghi periodi di caldo, del problema dell’isolamento estivo, che va affrontato con metodologie costruttive specifiche e, per molti versi, opposte a quello invernale.
Come sempre è importante che il progetto tenga conto di una complessità di fattori che andranno a definire l’efficienza complessiva dell’edificio per tutti i 12 mesi dell’anno e nello specifico contesto (ubicazione geografica, tasso di umidità, altitudine, ventilazione, presenza di nebbie).

Sunday, December 7, 2008

Interior Design



The Clark hotel Los Angeles
Design by Harrison Albright
3d rendering by Dodik


COSTI E TEMPI: MEGLIO CERTI O INCERTI?

PREZZO BLOCCATO PER 12 MESI! REALIZZIAMO LA TUA ABITAZIONE IN LEGNO IN SOLI 3 MESI! SONO DEI VERI E PROPRI CAVALLI DI BATTAGLIA DELLE CASE PREFABBRICATE. PUÒ APPARIRE PERSINO IRREALISTICO NELLA SUA ENFASI PROMOZIONALE, EPPURE NON VI È NULLA DI ESAGERATO. INDIPENDENTEMENTE DA QUALSIASI ALTRO FATTORE DI PREZZO E QUALITÀ, L’EDILIZIA TRADIZIONALE DA QUESTO PUNTO DI VISTA ESCE DA QUESTO CONFRONTO CON LE “OSSA ROTTE”.

Prendiamo i capitolo costi. Il computo metrico compilato dal nostro tecnico è pronto, l’abbiamo controllato e possiamo consegnarlo a tre, quattro imprese. Alcune ci sono state consigliate, altre hanno già lavorato per il nostro architetto o il titolare è amico di nostro cugino. Finalmente possiamo sapere quanto costerà la nostra abitazione. Prima sorpresa. I preventivi sono molto diversi tra loro, con differenze anche di 50-60.000 euro. Scartiamo senza indugi la più cara (nonostante le rassicurazioni del nostro tecnico, avrà sicuramente degli interessi personali). Un’impresa ci ha fatto davvero un’ottima offerta e l’impresario è molto simpatico. Nel giro di pochi giorni il contratto è firmato e i lavori possono iniziare. case legno, case in legno, case di legno, case passive, case ecologiche
Fin qui tutto bene, ma da adesso in poi per molti inizia una vera e propria odissea. Il capitolato non era poi così completo e, guarda caso, ogni mancanza ci costa un patrimonio, così come le modifiche e le migliorie che vengono fatte in corso d’opera. Sorvoliamo sulla manodopera impiegata che vede forse per la prima volta un cantiere (proprio il nostro…). Ci accorgiamo che il preventivo che ad una prima occhiata era sembrato il più caro era stato però stato completato dall’impresa con le dovute integrazioni e che stiamo spendendo ben oltre il consentito. Una situazione che per molti può diventare insopportabile, soprattutto se non abbiamo tenuto conto finanziariamente di possibili imprevisti.
Al contrario, l’acquisto di una abitazione prefabbricata non è molto diverso da quello che potremo fare di un’automobile. Un preventivo è un impegno che la ditta si prende nei confronti del cliente e con il quale si vincola nel tempo bloccando il prezzo in modo chiaro.
Spesso le imprese tradizionali tendono a far rimandare al cliente molte scelte, soprattutto relative ad impianti e finiture, mentre la ditta che ci fornisce la casa in legno ha tutto l’interesse a definire ogni più piccolo aspetto del capitolato, proprio in virtù della politica dell’offerta impegnativa verso il cliente. Una volta firmato il contratto e fatta la campionatura, possiamo dormire sogni tranquilli e pensare al trasloco. E tutto questo in poco tempo. Infatti l’altro aspetto che differenzia in modo stridente le abitazioni prefabbricate da quelle tradizionali sono i ridottissimi tempi di realizzazione. E se va dato atto a molte imprese di essere serie e puntuali, comunque una costruzione in muratura viene eseguita in opera e necessita inevitabilmente di tempi di esecuzioni lunghi per sua natura. Il contratto dovrebbe vincolare l’impresa al rispetto di un programma lavori scadenzato e tuttavia non è improbabile lo slittamento dei lavori con la scusa di piogge, gelo o quant’altro, magari a coprire un secondo cantiere accettato all’ultimo momento o la sostituzione di una squadra di uomini con un’altra più a buon mercato proveniente dell’est Europa. E non è affatto un’eccezione un cantiere di due anni per una semplice villetta unifamiliare. Al contrario, i tempi di esecuzione sono un vincolo per chi ci fornirà la nostra abitazione in legno. Tempi che si abbasseranno ulteriormente se la nostra scelta cadrà su di un’abitazione a catalogo e di poco superiori se sarà necessario adattare alla tecnologia prefabbricata il progetto del nostro tecnico. In ogni caso sarà più il tempo che perderemo per presentare la documentazione tecnica presso il comune di pertinenza ed ottenere le relative approvazioni. Una volta eseguito il getto e verificata la platea di fondazione in cemento armato basteranno poche settimane per preparare l’intera struttura in stabilimento.
I montatori sono in grado di assemblare l’abitazione in un solo giorno, pareti interne, solai e tetto compresi. Un lavoro veloce e “pulito”, assai diverso da come siamo abituati ad immaginare in un cantiere. Al di là della comprensibile curiosità dei vicini di casa che saranno sorpresi nel vedere una casa apparire dal nulla in poche ore, a questo punto mancheranno solo le finiture. In soli tre mesi ditte come HAAS Fertigbau sono in grado di garantirci un “chiavi in mano”, un tempo brevissimo che ha un valore ancora più grande se ci troviamo a dover pagare mensilmente un affitto.

Thursday, December 4, 2008

ACQUISTO DEL TERRENO, ODISSEA O OPPORTUNITA'?

IL MERCATO IMMOBILIARE, NEGLI ULTIMI ANNI, HA AVUTO UN’ENORME SVILUPPO, STIMOLATO ECONOMICAMENTE DAL BASSO LIVELLO RAGGIUNTO DAI TASSI DI INTERESSE. LE BANCHE HANNO CONTESTUALMENTE INTRODOTTO MUTUI DALLE CARATTERISTICHE INTERESSANTI PER CHI HA DISPOSIZIONE POCA LIQUIDITÀ (GIOVANI, NUCLEI FAMILIARI NUMEROSI, CLASSI DI REDDITO MENO ABBIENTI), CON EROGAZIONE IMMEDIATA SINO AL 100%, SPESSO DA RESTITUIRSI ANCHE IN 30-40 ANNI.
L’ANDAMENTO ONDIVAGO DEI MERCATI AZIONARI ED OBBLIGAZIONARI HANNO POI DATO LA SPINTA DEFINITIVA AL SETTORE DELL’EDILIZIA DA PARTE DI CHI GUARDA AL MERCATO IMMOBILIARE SOPRATTUTTO IN UN’OTTICA DI PURO INVESTIMENTO. IL RISULTATO È CHE SI È COSTRUITO MOLTO E CHE I PREZZI SONO SALITI DI CONSEGUENZA SECONDO LA LOGICA DI UN MERCATO IN CUI PREVALE NETTAMENTE LA RICHIESTA.

Sappiamo bene però che le cose oggi non stanno proprio così. Chi deve pagare la rata del mutuo sa a sue spese che quel convenientissimo tasso variabile incide pesantemente sul bilancio familiare, mentre gli investitori del mattone vedono le quotazioni scendere costantemente e sono costretti a svendere ciò che hanno acquistato a prezzi molto alti sino a poco tempo fa.
Non solo. Conseguenza del frenetico sviluppo dell’attività edilizia è stato l’utilizzo indiscriminato di quasi tutte le aree edificabili disponibili, rendendo inevitabile oggetto di speculazione immobiliare i pochi lotti rimasti, i cui prezzi stanno andando alle stelle, fuori della portata dei più.
Ad oggi ci troviamo in un momento della nostra epoca in cui è necessario fare una seria riflessione sulla qualità degli edifici esistenti, anche recenti, troppo spesso mal costruiti ed altamente disperdenti, che necessitano di alti apporti termici (riscaldamento e condizionamento). L’andamento dei costi energetici e il crescente inquinamento ambientale impongono al settore dell’edilizia e a tutti i soggetti coinvolti (tecnici, imprese, ma anche ai committenti finali) di riflettere seriamente sulla scelta dei sistemi costruttivi da impiegare, che devono necessariamente privilegiare l’ecologia e il risparmio energetico.
case legno, case in legno, case di legno, case passive, case ecologicheCostruire con intelligenza costa poco di più ed è un vero e proprio investimento che ripaga nel tempo sia in termini economici, che ambientali.
Ma paradossalmente ci troviamo nell’impossibilità di sostenere un costo finale accettabile, proprio per l’incidenza eccessiva dell’acquisto del terreno. Sono spesso le imprese e le società immobiliari (attori principali della speculazione degli ultimi anni) a comprare grandi appezzamenti edificabili da urbanizzare e rivendere oramai senza nemmeno costruirvi, in quanto risulta maggiormente conveniente e rapida la vendita al privato di piccoli lotti rispetto alla realizzazione diretta di abitazioni.
Nonostante ciò, sono sempre più le persone che si avvicinano alla bioedilizia ed al settore delle case prefabbricate che desiderano realizzare la propria abitazione ad alto isolamento termico e con materiali sani ed efficienti come il legno. Spesso l’entusiasmo iniziale si spegne nella fase di ricerca del terreno, in quanto l’acquisto di un lotto anche di piccole dimensioni e la realizzazione di un abitazione di buona qualità risultano economicamente sfavorevoli rispetto al reperimento sul mercato immobiliare esistente di alloggi di pari metratura e caratteristiche, anche se ovviamente non confrontabili dal punto di vista qualitativo ed energetico.
Cosa possiamo fare dunque prima di rinunciare al nostro sogno?
Una prima possibilità è quella di ampliare il nostro raggio di ricerca. A volte basta spostarci di pochi chilometri dai centri abitati per trovare prezzi senz’altro più convenienti e trovarci in zone tranquille e poco trafficate, con una migliore qualità complessiva della vita. Sappiamo che le distanze vanno oramai misurate in minuti, più che in chilometri e spesso un trasferimento a maggiore distanza non comporta necessariamente un sacrificio per raggiungere il posto di lavoro o portare i figli a scuola.
Pochi sanno poi che ogni comune possiede una propria diversa opinione sulle case in legno e sulle soluzioni che comportano un risparmio energetico e utilizzano materiali naturali. Vi sono comuni che ne vietano espressamente l’utilizzo ed altri che incentivano la bioedilizia e i sistemi di prefabbricazione, con detrazioni volumetriche o forti sconti sugli oneri di urbanizzazione o altri incentivi economici.
Le Regioni Emilia-Romagna e Toscana da molti anni hanno prodotto leggi e regolamenti che stimolano la bioedilizia, mentre il Veneto, ad esempio, appare in ritardo, anche in tema di certificazione energetica degli edifici.
Può essere dunque utile dare un’occhiata ai siti internet istituzionali delle amministrazioni comunali delle zone che abbiamo individuato o andare a parlare direttamente con qualche dirigente degli uffici tecnici o , perché no, con sindaco ed assessori.
Infine valutate la possibilità di consorziarvi tra più persone. Il costo di un singolo lotto può essere in proporzione assai superiore a quello che spenderemmo per acquistare un’area di grandi dimensioni da suddividere tra più proprietari. Magari sarà necessario più tempo per presentare un progetto di lottizzazione e procedere all’urbanizzazione del terreno, ma i costi finali saranno sicuramente ragionevoli. Esistono forme di associazione poco costose come la cooperativa non a scopo di lucro, che possono darci la possibilità di acquistare il terreno avvalendoci di strutture collaudate che possono avvalersi di finanziamenti bancari a tassi molto agevolati o equiparabili ai mutui stessi. Questo ci permetterà di entrare nell’iniziativa senza dover vendere immediatamente il nostro alloggio e trovare una casa in affitto (mantenendo i requisiti di prima casa) e pagando solo gli interessi o una piccola quota di liquidità.
Concludendo, così come è possibile risparmiare scegliendo accuratamente un progetto intelligente, è possibile fare altrettanto avvalendosi di strumenti adeguati nella scelta del terreno, con un costo finale certamente ragionevole.

Monday, December 1, 2008

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Thursday, November 20, 2008

LA PARETE ESTERNA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

L'ELEMENTO INNOVATIVO CHE CONSENTE ALTE PRESTAZIONI ENERGETICHE ALLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO RISIEDE NELLA PARETE ESTERNA E NELLA SUA PARTICOLARE COMPOSIZIONE.

Entriamo nel dettaglio per analizzare la stratigrafia del muro e i diversi materiali che lo compongono, aiutandoci con una interessante tipologia di parete di HAAS FERTIGBAU, la "Thermo-Protect Bio Aktiv", caratterizzata da ottimi valori di isolamento e dall'utilizzo di materiali biologici e traspiranti.
La struttura viene realizzata con un telaio costituito da montanti e traversi di 200 mm in legno massiccio di abete, che garantisce grande elasticità e portata (fino a 70 kg/m2).
Alcune ditte di case prefabbricate utilizzano legno lamellare o altre essenze come le latifoglie. Va tenuto conto che il legno di conifera, oltre ad essere oggetto di continua riforestazione, con un ciclo produttivo pienamente sostenibile, è naturalmente protetto dalla resina in esso contenuta.
Lo spazio vuoto viene occupato da pannelli isolanti in fibra di legno a due strati pressati di 200 mm. Questo materiale è traspirante, isolante, biologico e presenta una buona densità, che permette di difendere ottimamente dal calore estivo grazie alla sua capacità di sfasamento dell'onda termica. Le attuali normative in vigore obbligano alla verifica della massa della parete molte zone d'Italia, rendendo impossibile la realizzazioni con pareti leggere.
Questo è un aspetto che non va trascurato, in quanto molte ditte di case prefabbricate non rientrano negli standard previsti dalla legge. L'agente spesso è più interessato a portare a casa il contratto e difficilmente si addentrerà in questo territorio.
E' fondamentale conoscere l'elenco dei comuni soggetti a verifica della massa ai sensi del comma 9 del DLgs 311, prevista in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, sia maggiore o uguale a 290 W/m2. Tale elenco, suddiviso per province, è facilmente reperibile su internet.
La struttura interna della parete, telaio + isolante, dello spessore complessivo di 20 cm, è racchiuso a sandwich da un doppio tavolato il legno massiccio a 3 strati.
All'esterno troviamo un isolante a cappotto in lana minerale ignifugo dello spessore di 40 mm sul quale viene applicato l'intonaco di rifinitura lavorato a mano a diffusione aperta, con interposta rete aggrappante.
Esternamente la casa è virtualmente indistinguibile dalle abitazioni tradizionali, ed è possibile applicare un rivestimento per personalizzare a piacere l'aspetto architettonico delle facciate.
Internamente sul tavolato viene fissato il cartongesso in pannelli, che verrà successivamente stuccato e tinteggiato (è ovviamente possibile finire anche l'interno ad intonaco) dello spessore di 12,5 mm.
Tra il tavolato ed il cartongesso viene interposto un freno vapore in carta kraft, più traspirante della barriera al vapore che viene montata nella maggior parte dei casi.
Il tutto per complessivi 28,3 cm, con valore di U dichiarato di 0,18 W/m2K.
Ovviamente sul mercato troverete pareti assai diverse per composizione e spessore da questa.
In questa sede non si vuole e non si può fare raffronti tra l'una e l'altra soluzione.
Tenete presente comunque che la coibenza di un edificio in legno e il suo rendimento energetico sono inversamente proporzionali ai punti deboli che lo caratterizzano. Grande importanza andrà dunque data alla qualità dei serramenti, all'isolamento dei vetri, all'assenza di ponti termici, alla scelta di una pianta compatta e performante ed all'orientamento del fabbricato.
Non ha molto senso aumentare di molto lo spessore della parete o diminuirlo per contenere il costo. Un muro esterno da circa 30 cm rappresenta uno standard che garantirà un buon rapporto efficienza/prezzo alla nostra casa prefabbricata in legno.
La realizzazione prefabbricata, ovvero controllata in stabilimento, comprensiva del montaggio dei serramenti garantisce uniformità di isolamento senza discontinuità e imprecisioni di montaggio.
Per concludere, innovazione e tradizione, ricerca e cultura costruttiva locale si integrano perfettamente in questo che è l'elemento principale della tecnologia delle case prefabbricate in legno.

Monday, November 17, 2008

ACQUISTO DEL TERRENO E CONGIUNTURA ECONOMICA

LA CARENZA CRONICA DI TERRENI EDIFICABILI, DOVUTA ALL’ESAURIMENTO DEI PIANI REGOLATORI È UN PROBLEMA CHE COLPISCE VASTE AREE DEL PAESE, DA NORD A SUD. UN PICCOLO LOTTO INCIDE PESANTEMENTE SUL COSTO FINALE DELL’ABITAZIONE, SPESSO RENDENDO SCONVENIENTE L’INTERVENTO E COSTRINGENDO PURTROPPO A RIVOLGERSI AL MERCATO IMMOBILIARE ESISTENTE.

Tuttavia qualche timido segnale suggerisce di portare pazienza, poiché si potrebbe trattare di una situazione comunque momentanea destinata a schiarirsi.
Gli scenari futuri potrebbero mutare rapidamente, vediamo dunque perché attraverso qualche breve considerazione:

  1. Le turbolenze sui mercati azionari stanno costringendo le banche centrali, Europa compresa, ad abbassare il costo del denaro e di conseguenza, diminuendo i tassi interbancari, il settore dell’edilizia, oggi in evidente crisi, verrà stimolato dalla ripresa della domanda di acquisto.

  2. Altra conseguenza degli scenari finanziari è ovviamente la fuga dalle borse e lo spostamento di capitali verso i cosiddetti beni rifugio come il mattone.

  3. La crisi che sta colpendo il settore bancario in Italia costringe gli istituti di credito a recuperare liquidità verso le forti esposizioni, in particolare di società e imprese di costruzioni che hanno acquistato la gran parte dei terreni edificabili disponibili. La congiuntura negativa del settore immobiliare ha costretto i costruttori a sospendere i nuovi interventi per non rischiare di detenere un’alta quota di invenduto, in attesa di tempi migliori. E’ chiaro però che in questo momento dovranno necessariamente vendere molti lotti per abbassare il debito verso le banche.

  4. Moltissime amministrazioni comunali stanno per sbloccare nuove aree attraverso i PAT (Piani di Assetto del Territorio). Questa è una logica conseguenza dell’esaurimento dei piani regolatori che ha indiscriminatamente colpito gran parte del paese negli ultimissimi anni, ma anche del taglio di cassa da parte dei governi agli enti locali, che costringe i comuni a liberare nuove aree edificabili per finanziarsi.
    Sono ovviamente solo alcune semplici considerazioni, ma logica conseguenza della ripresa dell’offerta di terreni edificabili sarà inevitabilmente l’abbassamento dagli attuali livelli di prezzo a costi senz’altro più ragionevoli.

Realizzare un’abitazione singola rappresenta un impegno economico senz’altro non indifferente.
Le case prefabbricate in legno valgono il loro prezzo e rappresentano un oculato investimento che si ammortizzerà nel tempo rispetto ad un’abitazione ad alto consumo. Se la dinamica del settore immobiliare riprenderà ad offrire nuove opportunità anche per il settore dei terreni, questo incentiverà a realizzare con tecnologie non speculative per contenere i costi finali e potrà essere possibile l’impiego anche su larga scala di costruzioni in bioedilizia e ad alto rendimento energetico come le case prefabbricate.

Sunday, November 9, 2008

ECOINCENTIVI PER LE CASE PREFABBRICATE E RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

LA FINANZIARIA 2007 HA INTRODOTTO INTERESSANTI AGEVOLAZIONI FISCALI MIRATE A MIGLIORARE L’EFFICIENZA ENERGETICA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ESISTENTE, IL CUI SCOPO È ABBASSARE LE EMISSIONI IN ATMOSFERA DEI GAS SERRA, PRODOTTI IN GRAN PARTE DALLE ABITAZIONI. TALI ECOINCENTIVI PER LA CASA SONO STATI PROROGATI SINO AL 2010 CON L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 244/07 E PREVEDONO IL RECUPERO DEL 55% DELLA SPESA SOSTENUTA IN UN PERIODO DA 3 A 10 ANNI, CON DIVERSI CRITERI E TETTI MASSIMI A SECONDA DELL’OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE (MURI, FINESTRE, IMPIANTI).

I contributi per la riqualificazione energetica degli edifici si applicano solamente agli immobili esistenti, escludendo interventi di nuova costruzione, ampliamento o sopraelevazione.
L’argomento sembrerebbe non riguardare dunque le abitazioni in legno e le loro applicazioni, in quanto il loro impiego è previsto appunto per la realizzazione di fabbricati ex-novo.
In seguito a sentenze della suprema Corte di Cassazione e al loro consolidato recepimento per via legislativa, ad oggi la legge include nella definizione di “ristrutturazione” anche la “demolizione totale di un fabbricato e la sua fedele ricostruzione”, intendendo con ciò il mantenimento della sagoma edilizia.
Possiamo senz’altro affermare di essere in presenza di un vasto campo di intervento, peraltro poco noto anche agli addetti al settore e agli stessi proprietari di fabbricati potenzialmente riqualificabili mediante il proficuo utilizzo delle case prefabbricate in legno.
In questo caso specifico è infatti possibile accedere agli ecoincentivi relativamente agli elementi dell’involucro esterno (muri, tetto, finestre, porte esterne), che costituiscono una buona parte del costo dell’abitazione e che andranno scorporati dal totale dei costi sostenuti.
Si tratta di un’importante applicazione delle norme in vigore che consente di intervenire su vecchi fabbricati in alternativa alla semplice sostituzione degli infissi e della copertura o al montaggio di un isolamento a cappotto.
Nel caso di edifici fatiscenti o che necessitano di drastici interventi di ristrutturazione, con il mantenimento delle sole strutture verticali ed orizzontali, non sempre l’approccio conservativo risulta conveniente. In molti casi la demolizione appare la scelta più sensata e permette di ricostruire il fabbricato impiegando la prefabbricazione in legno, in alternativa alla ricostruzione in tradizionale, con evidenti vantaggi relativamente all’efficienza energetica, ai tempi e ai costi certi, all’utilizzo di materiali naturali, agli spessori di parete contenuti. Se consideriamo il recupero di buona parte della spesa, l’impiego delle case prefabbricate in legno in questo specifico contesto permette di fruire dei grandi benefici suddetti con un consistente risparmio economico.
Per chi fosse interessato, sul sito internet dell’ENEA è possibile approfondire nel dettaglio le modalità di accesso agli ecoincentivi per la casa (http://www.enea.it/).
In questa sede vorrei limitarmi a mettere in luce gli aspetti giurisprudenziali attraverso i quali il legislatore chiarisce esplicitamente l’inclusione dell’intervento di demolizione e ricostruzione nella categoria della ristrutturazione edilizia.
Il DPR 380/2001 (Testo unico dell'edilizia) ha già compreso nella categoria della ristrutturazione edilizia gli interventi di «demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma», assoggettandoli al regime della denuncia di inizio attività.
Con il Decreto del Presidente delle Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301, il Ministero delle infrastrutture e trasporti ricorda come nel tempo si è venuto a formare un consolidato indirizzo giurisprudenziale secondo cui nel concetto di ristrutturazione edilizia devono annoverarsi anche gli interventi consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato.
Detto orientamento della giurisprudenza è stato recepito nella formulazione del nuovo testo unico dell'edilizia, che all'art. 3 aveva stabilito testualmente: «Nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato identico, quanto a sagoma, volumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali a quello pree­sistente» con «ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quella esistente».
Consideriamo inoltre che non sempre la ristrutturazione presuppone l'intervento fotocopia (ovvero l’abbattimento e la ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma). Va, infatti, ritenuto legittimo l'intervento di ristrutturazione mediante abbattimento e ricostruzione di un nuovo fabbricato con caratteristiche diverse da quella preesistente qualora la normativa tecnica comunale permetta la «sostituzione dell’organismo con altro in parte o in tutto diverso dal precedente anche dal punto di vista del sedime».
E' difatti questo il principio enunciato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 2364/2006. La giurisprudenza amministrativa formatasi sull’applicazione dell’art. 31, comma 1, lett. d) della legge 5 agosto 1978 n. 457 ha costantemente affermato la legittimità di provvedimenti autorizzanti la demolizione di un edifico da ristrutturare e la sua fedele ricostruzione. In questo caso specifico la Corte afferma che tali limiti possono essere oltrepassati quando, come nella fattispecie, una specifica normativa di p.r.g. consente ambiti di intervento più incisivi di quelli concordemente ammessi dalla giurisprudenza.
Concludendo, è chiaramente necessario valutare caso per caso la possibilità di accedere ai benefici fiscali previsti dalla Legge Finanziaria. Tuttavia nella maggior parte dei casi sarà sicuramente possibile fruire degli ecoincentivi ricostruendo il vecchio edificio di legno attraverso la tecnica delle case prefabbricate.

Wednesday, October 29, 2008

LE CASE PREFABBRICATE E IL DISASTRO IMMOBILIARE

TECNICI, AMMINISTRAZIONI COMUNALI, IMPRESE DI COSTRUZIONI, SOCIETÀ IMMOBILIARI, AGENZIE DI INTERMEDIAZIONE, BANCHE, INVESTITORI DEL MATTONE, COMMITTENTI, ACQUIRENTI. TUTTI COLPEVOLI, NESSUNO ESCLUSO.

Con che coraggio osiamo lamentarci della situazione attuale? Dove eravamo sino a poco tempo fa?
Tutti complici, ognuno parte di un sistema folle, di una catastrofe di cui pagheremo le conseguenze per chissà quanto tempo.
Quanto valgono quei bilocali realizzati a pioggia su tutto il territorio italiano, con le loro stanzette anguste ai limiti di legge, con le loro pareti sottili, senza isolamenti e coibentazioni? A chi li venderemo adesso?
I piani regolatori? Esauriti. I terreni edificabili? Esauriti.
E’ colpa delle borse, del petrolio, dell’euro, della recessione?
Ne parlano i giornali, le televisioni, internet? E’ una sciagura silenziosa, vissuta con ipocrita amarezza da ognuno di noi.
L’agente immobiliare allarga le braccia, di terreni non ce ne sono e quei pochi lotti ancora disponibili costano un patrimonio.
L’amministratore pubblico allarga le braccia, stiamo aspettando l’approvazione del PAT, ma ci saranno sicuramente dei ricorsi al TAR.
L’impresario allarga le braccia, ho ancora un sacco di appartamenti invenduti dall’ultimo intervento.
Il tecnico allarga le braccia, di lavoro non ne entra, per fortuna faccio un po’ di certificazioni.
Il cliente allarga le braccia, voglio realizzare una casa prefabbricata in legno, ma non trovo il terreno e quei pochi in vendita sono lontani dal posto di lavoro, dalla scuola dei miei figli e costano tantissimo.
Devo aggiungere altro?

Tuesday, October 21, 2008

LE CASE PREFABBRICATE E IL RUOLO DELL'ARCHITETTO

LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SI DISTINGUONO PER LE LORO CARATTERISTICHE TECNICHE E L’ALTO LIVELLO DI ISOLAMENTO DA QUELLE TRADIZIONALI IN LATEROCEMENTO. TUTTAVIA NON SI DEVE DIMENTICARE IL FATTO CHE FONDAMENTALMENTE RESTIAMO DI FRONTE A DELLE SEMPLICI ABITAZIONI, CHE NON DEVONO PERDERE DI VISTA LE BASILARI REGOLE DELLA PROGETTAZIONE.

Il ruolo del tecnico, pur nella consapevolezza delle specifiche peculiarità del legno rispetto al mattone, nell’importanza di prevedere l’eliminazione dei ponti termici e di tenere conto dell’orientamento nel disegno degli spazi, resta quello di dare forma alle esigenze funzionali della propria committenza e di caratterizzare spazialmente, tipologicamente e formalmente l’abitazione.
Il rischio potrebbe essere quello di dare un peso eccessivo alle soluzioni tecniche, svilendo il ruolo dell’architettura e della sua capacità di rispondere efficacemente alle domande attraverso lo strumento progettuale. Capita così di imbattersi in edifici dotati di soluzioni innovative ed altamente efficaci dal punto di vista energetico, ma “asettici”, estranei al contesto urbanistico in cui vengono collocati (date un occhiata a molte riviste del settore). Un approccio meccanicistico che sovente delude anche nella disposizione interna degli ambienti e degli spazi, spesso vincolati a soluzioni distributive scomode e poco funzionali.
Nella maggior parte dei casi il cliente sceglie purtroppo di rivolgersi al settore delle case prefabbricate quando ha già ottenuto la concessione edilizia, in alternativa all’impresa tradizionale e spesso in disaccordo con il proprio stesso tecnico.
Il progetto in questo caso non tiene in alcun conto le basilari regole per ottimizzare il rendimento energetico dell’edificio, il cui adattamento al legno si rivela deludente sia per l’efficienza termica che per i costi spesso eccessivi da sostenere. I locali solitamente sono disposti con criteri casuali, ignorando gli apporti solari e l’orientamento dell’edificio. Sono purtroppo ancora molti i tecnici che posizionano volutamente grandi vetrate a nord (per aumentare l’illuminazione naturale) e poche finestre di piccole dimensioni a sud (per evitare il surriscaldamento estivo); con risultati ovviamente disastrosi dal punto di vista energetico.
Senza voler entrare nell’annosa diatriba geometri-ingegneri-architetti, in Italia vige ancora questa curiosa consuetudine di incaricare il geometra per la redazione di progetti edilizi, spesso per motivi puramente economici o di amicizia-parentela. La semplice adozione della prefabbricazione in legno non è ovviamente garanzia di realizzare una buona abitazione e un approccio sbagliato al progetto può abbassare di molto le prestazioni della nostra casa.
Chi legge gli articoli di questo blog potrebbe pensare che il sottoscritto abbia preso di mira i tecnici e le imprese tradizionali. Al contrario, ho molta stima sulle potenzialità di queste categorie, che in molti casi aggiornano costantemente la propria operatività nel segno dell’innovazione tecnica.
In qualche caso però geometri ed architetti sono fermi agli anni ’80 nella loro formazione e le imprese hanno un livello qualitativo da terzo mondo.
Il cliente dovrebbe valutare con attenzione la scelta degli uni e degli altri non solo in base ai costi o al prezioso consiglio della propria ristretta cerchia di conoscenze, ma pretendendo alte garanzie ad un giusto prezzo.
Siamo disposti ad acquistare un auto o un elettrodomestico con la tecnologia di 30 anni fa? Il settore dell’edilizia ha l’obbligo di aggiornare da subito le proprie competenze, soprattutto di fronte ad un patrimonio immobiliare realizzato negli ultimi anni nato già vecchio e drammaticamente energivoro. Tutti i soggetti coinvolti hanno gravi responsabilità nell’utilizzo indiscriminato delle risorse territoriali del nostro paese, tecnici compresi.
Acquistare un piccolo lotto di terreno ad un prezzo accettabile è una triste utopia e penalizza paradossalmente proprio chi si ribella alle logiche immobiliari speculative del recente passato per realizzare nel rispetto dell’ecologia e del basso consumo.Costruire in bioedilizia però non costa più dell’edilizia “non ecologica”, così come un progetto di un bioarchitetto esperto nel risparmio energetico è pressoché comparabile economicamente a quello di un qualsiasi tecnico. Perché dunque trascurare questo aspetto? Per pretendere il massimo dalla nostra abitazione è assolutamente necessario che la programmazione della nostra abitazione sia coerente con i nostri obiettivi finali.

Thursday, October 2, 2008

IL CALDO ESTIVO E LE CASE PREFABBRICATE

Stiamo oramai avvicinandoci al momento in cui si renderà necessaria l’accensione degli impianti di riscaldamento e tuttavia la vicinanza con la stagione estiva rende ancora attuale l’argomento del raffrescamento delle nostre abitazioni.
Circolano tanti luoghi comuni sulla scarsa capacità di isolamento estivo delle case in legno; in genere questo è un argomento che viene spesso sollevato da chi valuta sfavorevolmente le case prefabbricate ed anche molti professionisti o tecnici del settore affrontano il tema in maniera pregiudiziale.
Le case prefabbricate ad alto isolamento nascono nel nord Europa come evoluzione ed innovazione tecnica della carpenteria tradizionale in legno, per proteggere le abitazioni dalle rigide temperature della lunga stagione invernale. Il periodo estivo di quei paesi è caratterizzato in genere da temperature senz’altro più gradevoli di quelle delle nostre latitudini ed è limitato ad un breve periodo di tempo. Tale aspetto farebbe dunque pensare che queste abitazioni non siano adatte a difendere dal caldo ed in effetti la scelta di adottare una struttura a telaio con tamponamento isolante leggero (in genere lana di roccia), unitamente al limitato spessore complessivo (in genere non superiore ai 30 cm.), qualifica le pareti esterne con una bassa inerzia termica.
Facciamo un passo indietro. Nei paesi dell’area mediterranea le abitazioni tradizionali (che non si potevano affidare all’aria condizionata per evitare il surriscaldamento), erano contraddistinte da poche aperture verso l’esterno e da muri esterni massicci di grande spessore. Pensiamo alla sensazione di fresco che proviamo quando entriamo in una chiesa durante un’afosa giornata d’estate. Il segreto è la “massa”. Una parete di peso (mattoni o pietra) riesce a bloccare la trasmissione del calore per la sua capacità di “sfasamento” dell’onda termica. In breve, durante le ore notturne l’abitazione si rinfresca, soprattutto se viene adeguatamente ventilata, mentre durante il giorno il calore necessita di molte ore prima di poter entrare nell’abitazione proprio a causa della grande inerzia del muro, che funge da barriera “temporale”. Quando il sole tramonta l’onda termica non è ancora riuscita a passare la parete e tende a ritornare indietro a causa dell’abbassamento della temperatura esterna. Inoltre durante la notte la parete cede il calore accumulato e si raffresca nuovamente.
La comprensione empirica di questo ciclo ha permesso in passato di difendersi egregiamente dalle alte temperature in modo passivo e senza di impianti di condizionamento.
Le case prefabbricate in legno hanno però poca massa e spessori limitati e parrebbero pertanto poco adeguate a difendere dal calore. L’esperienza però ci dice che alle nostre latitudini si ottengono ottimi risultati anche durante l’estate, al punto che solitamente non viene installato l’impianto per l’aria condizionata, ma piuttosto il più utile impianto di ventilazione meccanica controllata a recupero del calore.
Tale effetto si ottiene non tanto attraverso l’inerzia del muro, quanto per l’ottimo isolamento complessivo e l’assenza di ponti termici (balconi, pilastri) o di falle nell’involucro esterno dell’edificio (tetto, finestre).
Ecco che una casa tradizionale, anche se realizzata con mattoni alveolari e con un buon spessore complessivo, si comporta globalmente peggio di una prefabbricata in legno, in quanto la massa è solo uno dei fattori in grado di isolare dal caldo. Non è un caso che un buon cappotto isolante esterno (per sua natura leggero) possa migliorare di molto il comportamento estivo di un’abitazione in muratura.
E’ possibile ottimizzare il confort estivo adottando la fibra di legno come isolante al posto della lana di roccia o come cappotto esterno, riuscendo così ad ottenere una casa ancora più ecologica.
L’aumento esagerato degli spessori in genere è sconsigliato perchè il limitato vantaggio della maggiore efficienza termica comporta altresì un maggior costo da sostenere.
Ovviamente grande importanza rivestono gli elementi di schermatura (porticati, pergole, frangisole) a protezione dei raggi solari soprattutto per le vetrate rivolte a sud, spesso di grandi dimensioni.
Per tutto l’anno è quindi possibile affidare all’involucro e alla sua efficienza i compiti della protezione degli spazi interni e la regolazione delle variazioni delle condizioni ambientali esterne, favorendo i guadagni interni e riducendo le dispersioni durante l’inverno, impedendo l’eccesso di guadagni e disperdendo il calore accumulato durante l’estate.

Sunday, September 21, 2008

I PIONIERI E LE CASE PREFABBRICATE DEL FUTURO

Permettetemi una piccola digressione personale. Da poco più di un anno ho sostituito la mia vecchia macchina (dotata di un assetatissimo motore V6 a benzina) con un misterioso oggetto dagli occhi a mandorla dalla tecnologia “ibrida”. Non è questa la sede per fare pubblicità all’auto in questione, dunque niente marca e modello (non dovrebbe essere difficile capire di cosa sto parlando), ma in sintesi vi sono due motori, uno a benzina a ciclo Atkinson di bassa cilindrata, l’altro è elettrico ed ha una batteria che si ricarica sfruttando l’energia che andrebbe normalmente dissipata in calore durante la marcia del veicolo, nelle discese, nelle decelerazioni e nelle frenate. L’utilizzo combinato dei due motori, unitamente ad un coefficiente aerodinamico da record, consentono alla P… emissioni inquinanti e consumi irrisori (le mie medie effettive sono attorno a 4,5 l/100 km), con buone prestazioni e grande spazio a bordo, in barba ai turbodiesel di 5ª generazione e al caro benzina.
Cosa centra tutto ciò con le case prefabbricate? Ancora un attimo di pazienza. Tante persone vengono incuriosite da questa strana vettura e mi chiedono informazioni (fa sempre un certo effetto vedere una macchina muoversi a motore spento) ed ammetto di provare un certo orgoglio nel decantare i pregi della tecnologia “ibrida”.
Dopo qualche minuto, regolarmente, il mio interlocutore afferma sospirando: “Bella idea. In futuro le auto saranno così, ma adesso è ancora presto per i veicoli elettrici”. A questo punto io cerco di fargli notare che l’auto è li davanti ai suoi occhi, che questi maledetti giapponesi la costruiscono da oltre 10 anni (la prima serie è del 1997), che è l’auto ibrida più venduta al mondo, auto dell’anno 1995, ma oramai è del tutto inutile. Non è facile cercare di convincere chi vuole ascoltare solo i propri pregiudizi.
Perciò ho una profonda ammirazione per chi si sta addentrando in questo settore, sia egli tecnico che potenziale futuro proprietario di una casa in legno a risparmio energetico. In qualche modo siamo dei “pionieri” in un mondo ancora permeato di scetticismo e luoghi comuni, al cui potere è difficile resistere. Eppure le fiere del settore sono sempre più visitate, anche da un pubblico non specializzato, a dimostrazione di un interesse sempre maggiore nei confronti dell’edilizia sostenibile e del risparmio di energia. Ma quando si tratta della nostra abitazione siamo assaliti da dubbi e paure. Molti di voi passano mesi a raccogliere informazioni da una ditta all’altra, si fanno fare preventivi, visitano case campione. Spesso non se la sentono di fare il grande passo e, all’ultimo momento, ripiegano sulla casa tradizionale.
Il mio pensiero al riguardo penso sia più che chiaro. Molte persone (anche miei colleghi) quando sentono parlare di case prefabbricate sostengono che si tratta di soluzioni molto innovative, ma che “è ancora presto, magari in futuro…”. Si tratterebbe cioè di qualcosa di futuribile, sperimentale, non ancora concretamente realizzabile. Basterebbe rispondere che in Austria il 35% delle abitazioni unifamiliari è realizzato con la tecnica della prefabbricazione in legno. Il 35%! HAAS Fertigbau realizza 1.000 case all’anno in tutta Europa. E lo fa da 35 anni. Si tratta cioè di una tecnologia matura e collaudata, che in molti paesi, Stati Uniti compresi, fa oramai parte della cultura edilizia locale.
In Italia il legno ha sempre trovato applicazione in edilizia per la realizzazione di alcuni specifici elementi strutturali, fatta eccezione per il Trentino-Alto Adige, dove da sempre viene impiegato storicamente per la costruzione anche di interi edifici.
Parlare di cultura e tradizione ha però oggi poco senso dato che da troppi anni il nostro territorio è devastato dall’impiego invasivo del cemento armato.
Non ci resta che essere pionieri, magari andando a visitare qualche centro espositivo in Germania o parlare con chi abita da tempo in una casa prefabbricata e può aiutarci a comprendere i vantaggi di questo tipo di abitazioni attraverso l’esperienza pratica di tutti i giorni.

Friday, September 12, 2008

CALORE GRATIS PER LE CASE IN LEGNO, IL VANTAGGIO DI ESSERE “PASSIVI”

Le bollette energetiche costano sempre più. In particolare riscaldare le nostre abitazioni incide ogni anno di più sul bilancio familiare, con una tendenza destinata purtroppo a durare nel tempo.
Un buon isolamento termico limita le dispersioni del nostro edificio, così come un utilizzo accorto di impianti ad energie rinnovabili (pannelli solari, geotermia, stufe a legna o pellets) va ad integrare il consumo della caldaia, abbassando la spesa per il riscaldamento. Sappiamo che questi impianti hanno un costo spesso non indifferente, anche se rappresentano un ottimo investimento nel tempo.
Se abbiamo avuto occasione di visitare recentemente qualche fiera del settore, sappiamo che lo sviluppo di aziende che offrono soluzioni tecniche per il risparmio energetico degli edifici è straordinario. Ed ovviamente altrettanto importanti sono gli interessi economici ruotano attorno al settore. La crescita della quota di informazione che raggiunge la potenziale clientela è direttamente legata all’aumento dei capitali investiti, un aspetto che andrebbe attentamente considerato. Se esistessero dei sistemi per lo sfruttamento di energia naturale non utilizzabili commercialmente, nessuno verrebbe a raccontarlo proprio a noi e difficilmente ne verremmo in qualche modo a conoscenza.
I sistemi che sfruttano il calore del sole comunemente impiegati, ovvero i pannelli solari fotovoltaici e termici, usano l’energia per produrre elettricità e acqua calda in modo “attivo”, attuando una trasformazione. Tutti noi sappiamo che un’auto lasciata al sole si scalda in quanto i raggi del sole entrano all’interno dell’abitacolo, ma fuoriescono solo in parte a causa dell’effetto serra, andando ad aumentare la temperatura dell’aria. Ci rendiamo conto di questo effetto nelle nostre abitazioni durante la stagione estiva, quando diventa necessario ricorrere all’oscuramento e alla schermatura delle finestre per limitare l’apporto di calore all’interno del nostro alloggio.
Nei mesi invernali il sole può fornire una preziosa fonte di calore, proprio sfruttando con criterio il suo apporto di energia, progettando cioè il nostro edificio intenzionalmente come un dispositivo captante dei raggi solari, dimensionando correttamente le vetrate ed orientandolo secondo il percorso del sole. Senza arrivare agli eccessi delle case passive, è possibile sfruttare questa fonte diretta di energia (magari in combinazione con sistemi attivi, solari o basati su altre fonti rinnovabili) per limitare moltissimo il fabbisogno di calore del nostro edificio. Un accorto dimensionamento (magari in combinazione con vetri basso-emissivi, che limitano la dispersione di calore), può portare a risultati straordinari. Nessuna azienda o rivista del settore avrà ovviamente interesse a promuovere i sistemi passivi, poiché paradossalmente limitano la necessità di ricorrere ad impianti o soluzioni brevettate.
In passato le tecniche costruttive erano semplici e basate sulla tradizione e l’adattamento all’ambiente circostante, il che ha prodotto lo sviluppo di soluzioni diversissime da luogo a luogo. Se però confrontiamo varie tipologie abitative, notiamo che l’uomo nei secoli ha sempre trovato soluzioni e risposte al problema posti dalle condizioni climatiche, sia che si tratti di una tipica casa olandese o di una abitazione iraniana.
Dal dopoguerra in poi l’edilizia ha preferito uniformare tecniche e materiali da costruzione, privilegiando le scelte più veloci ed economiche, dimenticando le conoscenze ed il sapere della tradizione e ricorrendo in modo massiccio all’impiantistica per sopperire alle vistose carenze costruttive (chi ha avuto la disgrazia di abitare per qualche anno in un tipico condominio anni ’60, sa cosa intendo). Oggi le cose sono ovviamente cambiate, anche se tanti corti-borgo colorate simil-tradizionali sorte negli ultimi anni sono soprattutto operazioni di facciata…
Scusandomi per la divagazione (ma penso che qualche spunto di riflessione in più possa essere comunque gradito), vorrei tornare in tema accennando all’inconveniente che grandi vetrate a sud possono comportare nella stagione estiva. Ovviamente stiamo parlando di serramenti di ultima generazione, con vetri doppi isolanti a bassa trasmittanza. D’estate dobbiamo ricorrere necessariamente alla schermatura mediante dispositivi di protezione per evitare di trasformare la nostra abitazione in un forno. Un’ottima soluzione può essere un’accurata piantumazione di alberi a foglia caduca, studiata attentamente in funzione del benefico effetto dell’ombreggiatura delle fronde, mentre nella stagione invernale, con la caduta del fogliame potremo godere nuovamente appieno dell’apporto solare.
Oltre all’oscuramento mediante tapparelle o persiane, si possono installare sistemi frangisole, fissi o mobili, che permettono di far passare i raggi invernali, più bassi e di bloccare quelli estivi, più vicini allo zenit.
Lo stesso effetto si può ottenere con tettoie e pergolati (sempre a foglia caduca), che ci permettono oltretutto di creare degli spazi esterni piacevolmente fruibili e in grado, se ben calcolati, di schermare il calore dei raggi del sole nella stagione estiva, senza bloccarne l’accesso in quella invernale.

Wednesday, September 10, 2008

IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA

Ecco un aspetto invisibile delle abitazioni che distingue una casa di qualità da una poco sana e mal costruita.
Il parametro ambientale che ognuno di noi osserva anche più volte al giorno per valutare la qualità del clima del nostro alloggio è la temperatura dell’aria. Il nostro bel termometro a muro (anche digitale, per i più sofisticati) rileva con precisione le oscillazioni termiche fornendo supporto scientifico alla nostra delicata decisione di attivare o meno l’aria condizionata o alzare-abbassare la temperatura dei termosifoni.
Eppure spesso ci ammaliamo proprio all’interno delle nostre abitazioni a causa di correnti d’aria, umidità eccessiva, sbalzi di temperatura, aria troppo secca. E senza tener conto delle esalazioni tossiche provenienti da vernici e sostanze contenute nei materiali da costruzione (ma non è questa la sede in cui intendo trattare quest’ultimo aspetto).
Non serve essere laureati in fisica per sapere che la temperatura è solo un aspetto che costituisce la sensazione di benessere avvertita dal corpo. Sappiamo che umidità e velocità dell’aria influiscono moltissimo sulla percezione del calore e questo vale tanto per l’ambiente esterno, quanto per il microclima di casa nostra.
Non solo. Il nostro vecchio termometro rileva la temperatura in un punto preciso dello spazio ed è molto probabile che a poca distanza si possano trovare valori assai differenti. L’aria calda tende a salire verso l’alto; a maggior ragione in un alloggio su più piani (la classica casa a schiera) ci sorprenderemmo a fare letture diversissime tra un livello e l’altro. Eppure la maggior parte degli alloggi è dotato ancor oggi di un unico termostato (manuale od automatico, poco importa), con il risultato di un eccesso di calore in alcune zone e un deficit in altre. Mi permetto un piccolo suggerimento a basso costo, valido anche per la vostra attuale casa. Dotate ogni radiatore di una valvola termostatica. Si tratta in pratica di un dispositivo che, raggiunta la temperatura desiderata, isola il radiatore dall’impianto, con il risultato di migliorare l’uniformità del calore interno all’abitazione e facendovi risparmiare sull’utilizzo stesso della caldaia.
Oggi è di gran moda l’impianto di riscaldamento a pavimento. Nulla a che vedere con i vecchi impianti degli anni ’60 che, funzionando prevalentemente per conduzione (scaldando l’aria), facevano gonfiare le gambe con risultati dannosi a medio-lungo termine. Gli impianti moderni, a bassa temperatura (sotto i 30° C), operano quasi completamente per radiazione (il piacevole effetto di un tiepido sole nelle fredde giornate d’inverno). Il risultato è un clima sano ed uniforme, anche se non mancano gli aspetti da valutare correttamente. Un impianto a pavimento radiante in una casa male isolata ci darà sempre una sgradevole sensazione di freddo. Dal punto di vista economico i costi di gestione (oltre al maggior investimento iniziale) rischiano di essere maggiori nonostante le basse temperature, in quanto i classici radiatori possono entrare in funzione solo quando serve (gli apporti del sole in una casa ben orientata e vetrata sono notevoli e, con un buon isolamento, a volte sufficienti). Se lavoriamo fuori casa tutto il giorno, possiamo scientificamente programmare lo spegnimento e l’accensione della caldaia in base al nostro stile di vita. Un impianto a pavimento necessità poi di tempi lunghi per entrare a regime in quanto, oltre alla serpentina in cui scorre il fluido, deve attivarsi tutto il pacchetto del solaio (laterocemento, sottofondo, massetto e pavimento), la cui inerzia termica è molto alta. Con il risultato di avere la caldaia logicamente accesa notte e giorno.
D’altra parte chi possiede un impianto tradizionale a termosifoni sa bene che l’aria diviene piuttosto secca ed è sempre presente in casa molta polvere. In questo caso risulta difficile ottenere una buona uniformità delle temperature, in quanto le zone più lontane dai radiatori sono ovviamente più fredde rispetto a quelle nelle immediate vicinanze.
Con una casa male isolata sarà indispensabile ricorrere ad un utilizzo massiccio del riscaldamento (con la conseguenza sopra elencate), mentre una casa a risparmio energetico diverrà garanzia di un piacevole microclima interno perché gli stessi movimenti dell’aria saranno a circolazione naturale, limitari e non forzati dalla presenza di zone calde e zone fredde.

Estendendo questi criteri diviene persino banale affrontare il tema del raffrescamento estivo. I classici raffreddori, mal di gola, o peggio ancora bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche dovuti a correnti d’aria fredda e a repentini sbalzi termici sono all’ordine del giorno con un uso intensivo dell’aria condizionata, soprattutto durante le ore notturne o, peggio ancora, con il getto rivolto direttamente verso di noi. La casa poco isolata nelle giornate molto calde ne rende necessario il ricorso massiccio, così come una casa ben coibentata non ne richiederà l’utilizzo. I benefici, evidenti dal punto di vista economico, lo sono ancor di più sotto il profilo della salute e del benessere.
In passato le abitazioni erano realizzate con muri esterni di grande spessore, sia per motivi statici, ma anche e soprattutto per difendere da caldo e freddo. Il ricorso al cemento armato ha permesso di realizzare abitazioni dove le pareti esterne avessero solo la funzione di tamponamento, il che ha portato a perdere l’originale funzione di casa-organismo, in grado di adattarsi gradualmente ai cambiamenti climatici stagionali.
Una casa in legno ha il grande pregio di comportarsi termicamente in modo naturale; i materiali di cui è costituita non rilasciano sostanze nocive, non vengono generate correnti d’aria e l’involucro non necessita di grandi apporti impiantistici, ma di semplici scelte tecniche mirate ed intelligenti, soprattutto se basate sullo sfruttamento di energie rinnovabili.

Thursday, September 4, 2008

UNA PARETE CHE FA RISPARMIARE E GUADAGNARE SPAZIO

Vorrei accennare brevemente ad un argomento spesso sottovalutato da chi sta decidendo se realizzare la propria abitazione in muratura tradizionale o in prefabbricato.
Spesso il primo parametro che viene preso in considerazione è il prezzo al mq. Ovviamente si tratta di una raffronto necessario, a patto di paragonare con onestà abitazioni in qualche modo confrontabili tra loro.
Se ci avviciniamo al mondo delle case in legno prefabbricate è evidente che ricerchiamo un’abitazione che abbia determinate caratteristiche ecologiche e di coibenza termica, oltre ai tempi di costruzione veloci ed a costi certi. Dunque la casa in mattoni che prenderemo in considerazione dovrà essere realizzata con materiali di buona qualità da un’ottima impresa di costruzioni, con maestranze preparate in grado di evitare ponti termici, serramenti in grado di difenderci da caldo e freddo, un tetto magari ventilato con un pacchetto isolante adeguato e ovviamente un muro esterno “importante” a doppia parete di mattoni alveolari con isolamento interno (meglio se naturale) e cappotto esterno di adeguato spessore. In tutti gli altri casi stiamo confrontando le mele con le pere.
E poiché siamo persone informate, chiediamo alla nostra impresa di fiducia o al nostro tecnico di prepararci un capitolato per una abitazione che possa rientrare in una classe di certificazione energetica alta.
Molti di voi avranno sentito parlare di Casa Clima, che è l’ente di certificazione (con sede a Bolzano) più conosciuto in Italia. Senza entrare nei dettagli mi limito a dire che per rientrare in una classe B è necessario aumentare lo spessore del muro di conseguenza.
Per esempio, prendiamo una classica abitazione unifamiliare su due piani di 160 mq. di superficie lorda complessiva (cioè comprensiva dei muri - 80+80) e proviamo a comparare le due possibili alternative, supponendo ragionevolmente che il prezzo finale sia identico (1). La nostra impresa di costruzioni ci prospetta un muro da cm.50 di spessore (valore più che realistico), mentre HAAS Fertigbau ci propone una parete esterna ThermoProtect plus da cm.28,3.
A parità di costi, nel primo caso avrò una sensibile diminuzione della superficie utile, che per l’abitazione in questione corrisponde a mq.14 sui due piani. Ovvero la metratura di una camera matrimoniale, che andrà perduta dalla superficie di calpestio e pagata all’impresa. Ci troveremo con una casa di fatto più piccola e quella sezione di muro avrà un costo inutile che potrebbe tranquillamente superare € 20.000.
Ma non solo. Molto probabilmente cercheremo di sfruttare la cubatura del nostro lotto sino all’ultimo metro quadro consentito. Ecco che un muro di minor spessore ci permetterà di ricavare il massimo dello spazio, risparmiando anche sull’area del lotto, aspetto ancora più importante se la nostra casa sarà un monopiano.
Ma è possibile fare anche il ragionamento inverso (2). Mantenendo fissa la superficie utile, supponiamo di mq.70 per piano, nel primo caso (mattoni) avremmo una superficie lorda su due piani di mq.176, mentre nel secondo (legno) di mq.160. Ben mq.16 che dovremo sempre saldare alla nostra impresa di costruzioni e che HAAS Fertigbau non ci conteggerà.
Concludendo, invito a valutare con attenzione anche questi aspetti, quando stiamo per prendere una decisione così importante. Come penso sia evidente, il peso che si ripercuote sul costo finale è tutt’altro che trascurabile.
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