Il concetto di qualità identifica le caratteristiche di un edificio, emettendo un giudizio di valore sui materiali e le metodologie impiegate nella realizzazione, sulle soluzioni tecniche e la durabilità del fabbricato.
Su questa base posso senz’altro affermare che le case prefabbricate possiedono un alto standard qualitativo poiché nulla è lasciato al caso, gli errori costruttivi e progettuali sono virtualmente assenti, i materiali naturali ed efficienti. Il risultato è una casa che dura nel tempo, isola dal caldo e dal freddo, dona benessere e confort ai suoi occupanti.
Spesso però chi visita una di queste abitazioni o una casa campione resta un po’ deluso dalla sensazione di fredda sobrietà che viene trasmessa dalle finiture. E’ come se si fosse risparmiato nella campionatura di porte, pavimenti e rivestimenti.
Posso peraltro mettere la mano sul fuoco affermando che gran parte di quegli edifici di lusso che vengono venduti a 4-5.000 € o più al mq nelle nostre città, se venissero correttamente certificati, svelerebbero le proprie lacune costruttive, rientrando in classi energetiche infime. Non a caso si fatica molto a trovare un accordo a livello nazionale per certificare in modo univoco il patrimonio immobiliare. Se dovessimo utilizzare il concetto di qualità per valutare questi “colabrodi” venduti a peso d’oro per la loro ubicazione e per qualche migliaio di euro di parquet a listoni, non sarebbero necessarie molte parole.
Costruire bene costa parecchio e viene nascosto alla nostra vista . Il cliente finale non sempre è in grado di dare il giusto peso allo spessore di un cappotto esterno, alla presenza o meno di isolanti acustici, alla corretta posa delle impermeabilizzazioni, all’utilizzo di materiali biologici al posto di quelli derivati dalla sintesi petrolchimica.
Spesso poi si deve scegliere di tagliare qualche voce del capitolato per comprensibili motivazioni economiche. Immancabilmente i maggiori sacrifici vengono richiesti agli aspetti costruttivi, poichè quasi mai chi acquista o realizza in proprio un’abitazione si accontenta di un capitolato medio e di finiture poco appariscenti.
Nel nostro paese, soprattutto negli ultimi anni, si sta spendendo sempre di più per rifinire gli interni dei nostri edifici. Culturalmente siamo dotati di grande inventiva e di buon gusto estetico e, non a caso, il livello delle nostre finiture è notoriamente alto e giustamente apprezzato in tutto il mondo, non solo nel settore dell’edilizia. E’ altresì un fatto che l’Italia possieda una ricca cultura costruttiva, grazie ad una tradizione basata su tecniche locali intelligenti e differenziate, oltre che su una storia architettonica ineguagliabile. Il “mestiere” del costruire deve necessariamente coniugare innovazione e modernità con sapienza e tradizione locale. Le case prefabbricate in legno sono un tipico esempio di come un sistema costruttivo sedimentato, come la carpenteria in legno del nord Europa, abbia potuto innestare elementi di novità al fine di trovare una soluzione efficace alla richiesta di isolamento degli edifici.
Tradizionalmente in passato l’arte del costruire bene coincideva con la buona realizzazione tecnica e strutturale dell’edificio, mentre il lavoro di finitura era affare di decoratori, stuccatori, artigiani. La sapienza costruttiva, la conoscenza dei materiali e del loro comportamento era tramandata di generazione in generazione ed affinata continuamente. Nell’odierno mercato immobiliare, piegato alla logica speculativa e del profitto, vige purtroppo la regola dell’apparire, quello che sta sotto l’intonaco e i rivestimenti non ci deve interessare. Confesso di avere poca simpatia per la domotica e l’impiantistica spinta, mentre trovo molto più interessante come tecnico agire sull’involucro e le sue qualità.
Su questa base posso senz’altro affermare che le case prefabbricate possiedono un alto standard qualitativo poiché nulla è lasciato al caso, gli errori costruttivi e progettuali sono virtualmente assenti, i materiali naturali ed efficienti. Il risultato è una casa che dura nel tempo, isola dal caldo e dal freddo, dona benessere e confort ai suoi occupanti.
Spesso però chi visita una di queste abitazioni o una casa campione resta un po’ deluso dalla sensazione di fredda sobrietà che viene trasmessa dalle finiture. E’ come se si fosse risparmiato nella campionatura di porte, pavimenti e rivestimenti.
Posso peraltro mettere la mano sul fuoco affermando che gran parte di quegli edifici di lusso che vengono venduti a 4-5.000 € o più al mq nelle nostre città, se venissero correttamente certificati, svelerebbero le proprie lacune costruttive, rientrando in classi energetiche infime. Non a caso si fatica molto a trovare un accordo a livello nazionale per certificare in modo univoco il patrimonio immobiliare. Se dovessimo utilizzare il concetto di qualità per valutare questi “colabrodi” venduti a peso d’oro per la loro ubicazione e per qualche migliaio di euro di parquet a listoni, non sarebbero necessarie molte parole.
Costruire bene costa parecchio e viene nascosto alla nostra vista . Il cliente finale non sempre è in grado di dare il giusto peso allo spessore di un cappotto esterno, alla presenza o meno di isolanti acustici, alla corretta posa delle impermeabilizzazioni, all’utilizzo di materiali biologici al posto di quelli derivati dalla sintesi petrolchimica.
Spesso poi si deve scegliere di tagliare qualche voce del capitolato per comprensibili motivazioni economiche. Immancabilmente i maggiori sacrifici vengono richiesti agli aspetti costruttivi, poichè quasi mai chi acquista o realizza in proprio un’abitazione si accontenta di un capitolato medio e di finiture poco appariscenti.
Nel nostro paese, soprattutto negli ultimi anni, si sta spendendo sempre di più per rifinire gli interni dei nostri edifici. Culturalmente siamo dotati di grande inventiva e di buon gusto estetico e, non a caso, il livello delle nostre finiture è notoriamente alto e giustamente apprezzato in tutto il mondo, non solo nel settore dell’edilizia. E’ altresì un fatto che l’Italia possieda una ricca cultura costruttiva, grazie ad una tradizione basata su tecniche locali intelligenti e differenziate, oltre che su una storia architettonica ineguagliabile. Il “mestiere” del costruire deve necessariamente coniugare innovazione e modernità con sapienza e tradizione locale. Le case prefabbricate in legno sono un tipico esempio di come un sistema costruttivo sedimentato, come la carpenteria in legno del nord Europa, abbia potuto innestare elementi di novità al fine di trovare una soluzione efficace alla richiesta di isolamento degli edifici.
Tradizionalmente in passato l’arte del costruire bene coincideva con la buona realizzazione tecnica e strutturale dell’edificio, mentre il lavoro di finitura era affare di decoratori, stuccatori, artigiani. La sapienza costruttiva, la conoscenza dei materiali e del loro comportamento era tramandata di generazione in generazione ed affinata continuamente. Nell’odierno mercato immobiliare, piegato alla logica speculativa e del profitto, vige purtroppo la regola dell’apparire, quello che sta sotto l’intonaco e i rivestimenti non ci deve interessare. Confesso di avere poca simpatia per la domotica e l’impiantistica spinta, mentre trovo molto più interessante come tecnico agire sull’involucro e le sue qualità.
Senza arrivare al limite delle case passive che richiedono soluzioni spesso vincolanti per raggiungere certi risultati energetici, si può fare molto per progettare e realizzare soluzioni capaci di migliorare la qualità della vita degli occupanti dell’abitazione. A volte si tratta di soluzioni a costo zero, altre volte richiedono un giusto sacrificio economico, che avrà però un ritorno nel tempo, costituendo un investimento estremamente redditizio e intelligente.
Analogamente, per capire la qualità di un’automobile è sufficiente aprire il cofano motore. Alcune macchine presentano ai nostri occhi scenari sconsolanti con fili volanti, una generale sensazione di caos, componenti economiche e approssimazione nel montaggio, altre mettono in bella vista precisione, qualità nei materiali e negli assemblaggi, ubicazioni logiche dei componenti, soluzioni raffinate ed ordine.
Spesso gli abitacoli di queste vetture sono sobri e senza fronzoli, ma sono fatti per durare, con plastiche morbide al tatto, assenza di scricchiolii, accoppiamenti perfetti, materiali di qualità.
Senza parlare di marche automobilistiche in particolare, non si può negare che le vetture tedesche curino oggettivamente aspetti di “sostanza”, che appaiono purtroppo secondari in quelle realizzate in altri paesi, compreso il nostro (le sportive italiane di fascia alta sono l’eccezione che conferma la regola).
Si tratta di scelte generali, culturali, che non riguardano solo le auto o le case prefabbricate, ma è un approccio qualitativo costante in tutti i campi dell’industria in Germania.
Il cliente tedesco pretende qualità e le aziende costruttive producono prodotti di qualità. Da sempre.
Impariamo dunque a guardare sotto la “pelle” degli edifici e a dare maggior peso alle soluzioni invisibili e non a dare retta ai venditori di tappeti.
Analogamente, per capire la qualità di un’automobile è sufficiente aprire il cofano motore. Alcune macchine presentano ai nostri occhi scenari sconsolanti con fili volanti, una generale sensazione di caos, componenti economiche e approssimazione nel montaggio, altre mettono in bella vista precisione, qualità nei materiali e negli assemblaggi, ubicazioni logiche dei componenti, soluzioni raffinate ed ordine.
Spesso gli abitacoli di queste vetture sono sobri e senza fronzoli, ma sono fatti per durare, con plastiche morbide al tatto, assenza di scricchiolii, accoppiamenti perfetti, materiali di qualità.
Senza parlare di marche automobilistiche in particolare, non si può negare che le vetture tedesche curino oggettivamente aspetti di “sostanza”, che appaiono purtroppo secondari in quelle realizzate in altri paesi, compreso il nostro (le sportive italiane di fascia alta sono l’eccezione che conferma la regola).
Si tratta di scelte generali, culturali, che non riguardano solo le auto o le case prefabbricate, ma è un approccio qualitativo costante in tutti i campi dell’industria in Germania.
Il cliente tedesco pretende qualità e le aziende costruttive producono prodotti di qualità. Da sempre.
Impariamo dunque a guardare sotto la “pelle” degli edifici e a dare maggior peso alle soluzioni invisibili e non a dare retta ai venditori di tappeti.
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